Roma , giovedì, 28. marzo, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Giovedì santo, il ricordo dell’Ultima cena di Cristo: i dodici Apostoli sono accanto a Lui. Il momento è importante, solenne: in questa cena, l’istituzione dell’Eucaristia. “Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”, così descrive la scena l’evangelista Matteo.
E a descriverla con colori e forme ci hanno pensato, nel corso della storia dell’arte, innumerevoli artisti: nel corso dei secoli, infatti, sono tanti i pittori che si sono confrontati con queste parole, cercando di immaginare quel momento. L’umanità si sposa con il divino in quell’atto che ha tutto il sapore di quotidianità, se vogliamo. Ma non è una “semplice cena” perché è l’Ultima cena di Gesù con gli Apostoli prima di vivere la sua Passione.
Il viaggio all’interno di queste raffigurazioni che AciStampa propone ai suoi lettori inizia con quella che è considerata dalla critica dell’arte come una delle più antiche rappresentazioni dell’episodio evangelico. E’ L’Ultima cena, conservata nell’antica basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, databile intorno al VI secolo. Cristo - vestito con abito purpureo, il viso con barba folta, il capo con il nimbo crucisegnato - è rappresentato con i dodici Apostoli attorno ad un tavolo tricliniare a forma di ferro di cavallo. Sullo sfondo, un bellissimo oro. Un elemento va evidenziato: manca il vino, mentre al centro della tavola, su un vassoio, trovano posto due grossi pesci, chiaro riferimento al miracolo della moltiplicazione.
Facciamo un salto di secoli. Ci troviamo di fronte a una delle più famose rappresentazioni sacre di tutti i tempi, divenuta icona dell’episodio evangelico in tutto il mondo. E’ L’Ultima cena di Leonardo da Vinci, capolavoro indiscusso dell’arte pittorica del Rinascimento - commissionato a Leonardo nel 1494 da Ludovico il Moro per abbellire il refettorio del convento attiguo al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano - divenne ben presto un modello imitato e studiato da generazioni di artisti.
Da Leonardo al Perugino: la sua Ultima cena è un affresco, databile al 1493-1496, conservato nel Convento di Fuligno a Firenze. La grande opera mostra una tavola a ferro di cavallo: attorno a questa vi sono Gesù e gli Apostoli, seduti su uno scranno continuo; la spalliera degli scranni è di colore verde. A questo impianto fa eccezione, ovviamente, Giuda Iscariota che si trova dall'altra parte della tavola; è di spalle, con lo sguardo rivolto allo spettatore dell’opera. Di sfondo, dietro ai personaggi principali dell’opera, si apre un vasto loggiato, inscritto nell'architettura reale del refettorio dove è conservato l’affresco: sono rappresentate tre campate di archi a tutto sesto; sullo sfondo di questa architettura si apre un vasto paesaggio naturale nel quale troviamo la scena dell'Orazione nell'orto del Getsemani.