Macao , martedì, 26. marzo, 2024 9:00 (ACI Stampa).
Sarà con una grande conferenza internazionale presso l’Università di Macao che si celebrerà il centesimo anniversario dal Concilio Plenario Cinese, il cosiddetto Concilio di Shanghai. Fu voluto con forza dal Cardinale Celso Costantini, allora delegato pontificio, inviato in Cina a seguito della Lettera Apostolica Maximum Illud del 1919, con l’obiettivo di liberare le missioni dall’idea dei protettorati e cominciare il percorso dell’inculturazione, con la formazione di vescovi e clero locale, perché la missione avesse forza. Ma quell’anniversario potrebbe anche essere celebrato in Vaticano, con delle conseguenze diplomatiche tutte da vedere.
Si parla, infatti, di un convegno che si terrà nella Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, un luogo che già in più occasioni ha rappresentato un ideale ponte di dialogo con la Repubblica Popolare Cinese. E si parla anche di una presenza istituzionale ecclesiastica cinese, magari proprio il vescovo di Shanghai, Giuseppe Shen Bin, la cui nomina unilaterale da parte di Pechino ha creato un vulnus nell’accordo sino-vaticano che solo l’intervento di Papa Francesco ha potuto sanare. Ma ora i rapporti tra Cina e Santa Sede si sono di nuovo distesi, altri due vescovi sono stati nominati sotto l’egida dell’accordo, e la Cina spera che il Papa vada in Vietnam a settembre anche senza piene relazioni diplomatiche stabilite (ci si trova di fronte al penultimo step) perché questo potrebbe essere un precedente per un viaggio a Pechino.
Insomma, c’è tutto questo sullo sfondo del convegno che si terrà a Macao, che si terrà dal 26 al 29 giugno e sarà promosso dalla Facoltà di Scienze Religiose e Filosofia dell’Università San Giuseppe e dal Centro Xavier per la Memoria e l’identità.
La prima notizia del convegno fu data già lo scorso anno da un articolo pubblicato sul sito di O Clarim, il settimanale diocesano della Chiesa cattolica di Macao.
Il “Primum Concilium Sinense” si svolse dal 15 maggio al 12 giugno 1924. Era stato pensato e promosso da monsignor Celso Costantini per affermare che i cattolici cinesi avrebbero dovuto, da quel momento in poi, partecipare in prima persona alle decisioni canoniche e accedere a maggiori responsabilità ecclesiali.