Parigi , venerdì, 29. marzo, 2024 10:00 (ACI Stampa).
Nel primo anno dopo l’incendio del 15 aprile 2019, la corona di spine posta sul capo di Gesù alla crocifissione si trovava ancora nella Sainte Chapelle della cattedrale di Notre Dame, ed era rimasta intatta. Come era rimasto intatto il frammento della corona di spinte posta nel gallo sulla cima della guglia di Notre Dame insieme ad una reliquia di Saint Denis e una di Santa Genoveffa, reliquie tutte rimaste intatte dall’incendio. Dopo, finito il tempo del COVID, la corona di spine è stata portata nella chiesa di Sainte Germaine l’Auxerrois. Ed è lì che i fedeli francesi la hanno potuta venerare fino a quest’anno, l’ultimo prima della riapertura prevista della cattedrale di Parigi, dove la corona di spine tornerà a dicembre.
Quest’anno come ogni anno, la corona di spine è stata venerata ogni venerdì di Quaresima, fino al Venerdì Santo, a partire dal 16 febbraio.
La corona di spine è una delle reliquie più preziose custodite di Notre Dame. In realtà, quella contenuta nel reliquiario è una corona intrecciata di giunchi uniti in fasci e trattenuti da fili d’oro. Il legno, tuttavia, proviene dalla Bretagna e dalla Scandinavia, mentre le reliquie di quella che si ritiene sia stata la corona sono conservate a parte. Le altre spine sono state disperse nel corso dei secoli dagli imperatori di Bisanzio e dai re di Francia. Ce ne sono 70 dello stesso tipo che sono considerate originali.
Venerarla è il Venerdì Santo è tradizione a Parigi. Il Venerdì Santo si legge la Passione secondo Giovanni, ed è proprio in quel brano del Vangelo che si trova la descrizione della corona di spine.
Già i pellegrini che andavano a Gerusalemme nel IV secolo facevano menzione della corona di spine, e le reliquie furono trasferite gradualmente a Costantinopoli tra il VII e il X secolo, e furono conservate nella cappella degli imperatori bizantini. Lo scopo era quello di proteggere la reliquia da saccheggi simili a quelli subiti dal Santo Sepolcro durante le invasioni persiane.