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Belgio, non è più vescovo nè sacerdote Roger Vangheluwe, colpevole di abusi

Il vescovo emerito di Brugge, dopo nuove indagini, è ridotto allo stato laicale. La posizione della nunziatura, quella della Conferenza Episcopale Belga

Roger Vangheluwe | Una recente immagine di Roger Vangheluwe, ridotto il 20 marzo allo stato laicale | Cathobel.be Roger Vangheluwe | Una recente immagine di Roger Vangheluwe, ridotto il 20 marzo allo stato laicale | Cathobel.be

Roger Vangheluwe non è più vescovo e non è più nemmeno sacerdote. La nunziatura apostolica in Belgio ha informato il 21 marzo 2024 che Papa Francesco ha dimesso dallo Stato clericale il vescovo emerito di Brugge, 87 anni, che viveva fino ad ora nell’abbazia di Solesmes. Una decisione che arriva dopo la pressione mediatica, le nuove evidenze che tra l’altro il ministro della Giustizia belga aveva dichiarato di voler mettere a disposizione della Chiesa Cattolica, e infine una nuova indagine nel Dicastero della Dottrina della Fede.

Andiamo con ordine. Roger Vangheluwe, oggi 87 anni, si era dimesso da vescovo di Bruges nel 2010 dopo essere stato screditato per abusi sui minoriHa ammesso di aver aggredito sessualmente due nipoti negli anni '80. I fatti poi risultarono prescritti e Vangheluwe non fu condannato. Anche se non era più vescovo di Bruges, poté mantenere il suo titolo di vescovo. Fuggì prima a Westvleteren e poi in un'abbazia in Francia, per vivere lì in "segreto".

Tuttavia, nel 2012, furono trovate nel suo computer migliaia di immagini pornografiche. Il computer gli era stato sequestrato durante le perquisizioni nella sua abitazione che erano avvenute al tempo dell’Operazione Calice, la spettacolare indagine della polizia belga sugli abusi nella Chiesa che portò persino allo scoperchiamento di alcune tombe nella cattedrale di Bruxelles, con una iniziativa senza precedenti e comunque illegale. Le immagini trovate nel computer di Vangheluwe riguardavano migliaia di uomini, principalmente adulti.

La notizia, filtrata attraverso media belgi, ha aperto una nuova campagna che chiede che Vangheluwe sia privato del titolo di vescovo, o addirittura privato dell’ordine. Il ministro della Giustizia Paul van Tigchelt ha detto che “questi nuovi elementi devono essere sufficienti. Abbiamo informato il Papa che può scrivere ufficialmente alla Procura federale e che siamo disponibili a condividere documenti. È ora di concludere la storia e poi mettere a tacere quest’uomo. La sofferenza per le vittime è durata abbastanza a lungo”.

L’arcivescovo Franco Coppola, nunzio apostolico in Belgio, era stato in udienza da Papa Francesco, e aveva anche ricevuto il ministro della Giustizia Paul van Tigchelt, il quale, sebbene non ci sia un trattato ra Santa Sede e Belgio e che le indagini riguardino lo Stato belga, si era detto disposto a condividere i documenti che provavano che Vangheluwe aveva continuato a mantenere materiale pornografico

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Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha avviato una nuova indagine, e ha ascoltato la difesa di Vangheluwe. Quindi, l’8 marzo 2024 il Dicastero «ha presentato la documentazione al Santo Padre, proponendo la dimissione dallo stato clericale, in conformità all’Art. 26 delle norme Sacramentorum sanctitatis tutela”, ovvero la normativa sui delitti più gravi stabilita da Giovanni Paolo II nel 2001 e aggiornata da Benedetto XVI nel 2010 e da Papa Francesco nel 2021.

La nunziatura apostolica ricorda anche che

durante l’udienza concessa l’11 marzo 2024 al Cardinale Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, “Papa Francesco ha accettato la richiesta, ordinando che la pena proposta fosse imposta”, e la decisione è stata notificata a Vangehluwe il 20 marzo, il quale “prendendo atto della decisione, ha chiesto di poter risiedere in un luogo di ritiro, senza più alcun contatto con il mondo esterno, al fine di dedicarsi alla preghiera e alla penitenza”.

Vangheluwe potrà rimanere nell’abbazia di Solesmes in isolamento, e i vescovi del Belgio, che nel

corso degli anni hanno molto insistito che Vangheluwe rinunciasse al titolo episcopale, hanno richiesto che questo isolamento fosse effettivo.

In un comunicato stampa, la Conferenza Episcopale Belga ha riferito che 2insieme alle vittime degli abusi e a tanti altri membri della nostra società, i vescovi del nostro Paese hanno sempre considerato una vergogna che Roger Vangheluwe potesse rimanere ufficialmente vescovo e sacerdote, nonostante fossero in vigore misure altamente restrittive dopo le sue dimissioni forzate»”.

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Inoltre, “i vescovi esprimono il loro grande rispetto per le vittime. Hanno trovato il coraggio e la forza di accusare il loro aggressore. Il loro esempio ha ispirato molti compagni di sventura a non lasciare più indenne il loro colpevole. I vescovi sperano che questa laicizzazione aiuti le vittime di abusi nel loro processo di accettazione del crimine che segna così profondamente loro e i loro cari per tutta la vita”.

La decisione viene alla vigilia di un viaggio del Papa in Belgio, previsto a fine settembre, che sarebbe stato difficile, ammette con il sito della Conferenza Episcopale Belga Cathobel il portavoce francofono dei vescovi Tommy Scholtes.

Sapevamo – ha detto Scholtes - che era allo studio ma non sapevamo che la notizia sarebbe arrivata. Evidentemente questa è la decisione che i vescovi volevano. Perché non è stata presa nel 2010? Forse perché non eravamo, allora, consapevoli di quanto i fatti fossero gravi e potessero avere gravi conseguenze per le vittime. Sono comunque felice che alla fine si sia giunti a questa decisione, altrimenti penso che sarebbe stato difficile organizzare la visita del Papa in Belgio... Inoltre, trovo rassicurante che lo stesso Roger Vangheluwe dica di non voler più avere contatti con il mondo esterno."