Rumbek , venerdì, 22. marzo, 2024 9:00 (ACI Stampa).
200.000.000 di persone vivono nei 6 Paesi del Corno d’Africa: Gibuti, Etiopia, Eritrea, Somalia, Sud Sudan e Sudan e nei prossimi trent’anni il loro numero raddoppierà, ma nessuno di questi paesi dispone di un’infrastruttura di governance che sia in grado di gestire quest’aumento della popolazione, e ancor meno le sempre maggiori aspettative dei loro giovani, la cui crescita è ancora più rapida. Con la traiettoria attuale, si sta andando verso il collasso dello stato in tutta la regione, a causa delle guerre in Sudan e in Etiopia. Tutte le parti in guerra stanno usando la fame come arma, assediando le città, tagliando le linee di rifornimento e distruggendo le infrastrutture essenziali.
E’ una regione segnata da dittature longeve e instabilità politica, ma anche da importanti svolte politiche, quali, recentemente, la caduta del presidente Omar al-Bashir in Sudan e la storica pace stipulata tra Eritrea ed Etiopia. Tra economie in forte crescita (Kenya, Etiopia) e Paesi che arrancano (Sud Sudan), restano diffusi forti livelli di disuguaglianza. Conflitti, instabilità politica e difficili condizioni socio-economiche alimentano i movimenti migratori, in larga maggioranza costituiti da giovani. Uganda, Etiopia e Sudan sono tra i paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati in Africa.
Da mons. Christian Carlassare, vescovo di Rumbek, ci siamo fatti raccontare la situazione in Sud Sudan: “La situazione del paese sembra abbastanza tranquilla. Il governo è piuttosto forte, e le opposizioni non hanno tanta voce. Ci sono ancora aree del paese dove c’è insicurezza a causa delle tante armi che ci sono nel territorio, ma non sono conflitti di natura politica ma legati alla natura dei popoli pastori che si spostano in cerca di pascoli e acqua andando a scontrarsi con altri gruppi. È necessario l’impegno del governo e delle amministrazioni locali per prevenire e risolvere questi conflitti intercomunitari.
Ma il vero problema che il paese deve affrontare è la crisi economica dovuta ad una incapacità o impossibilità quasi endemica di usare e produrre risorse o ricchezze. Manca l’imprenditoria locale quasi in tutti i settori. I prodotti vengono quasi tutti importati. L’entrata che viene dal petrolio non viene investita nel promuovere l’economia locale. Buona parte finisce all’estero. E quello che rimane serve per sostenere l’apparato burocratico del paese. La quota assegnata all’istruzione e alla sanità pubblica non sembra adeguata a rispondere ai bisogni della popolazione. La moneta perde di valore. Il lavoro non è ben remunerato a meno che si tratti di lavoro per organizzazioni non governative e agenzie per lo sviluppo. La popolazione soffre povertà e miseria”.
Quanto pesa la situazione in Sudan sulla popolazione del Sud Sudan?