In particolare, Papa Francesco ha ricordato che Neofit è stato “un grande testimone della fede della Chiesa Ortodossa Bulgara” e ha dato “un valoroso servizio al Vangelo e al dialogo ed è rimasto, nonostante le numerose sofferenze, un uomo di gioia e umiltà, esemio di una vita consacrata al Signore della sua Chiesa
La Conferenza Episcopale della Chiesa Cattolica in Bulgaria, alla notizia della morte, ha inviato un messaggio firmato dall’arcivescovo Hristo Proykov, esarca apostolico di Sofia e presidente della Conferenza Episcopale, in cui si ricorda che Neofit “con grandissimo zelo serviva la Chiesa e il popolo bulgaro”. Il messaggio ha rimarcato anche “'affetto fraterno sincero di Sua Santità, espresso in diverse occasioni nei confronti della Chiesa cattolica e della comunità cattolica bulgara”.
Il Cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, ha ricordato in un messaggio di condoglianze “la calorosa e fraterna ospitalità” offerta da Neofit a Papa Francesco e al suo seguito durantela viista in Bulgaria.
I funerali si sono tenuti nella cattedrale di Alexander Nevsky di Sofia, e hanno rappresentanto anche un ponte diplomatico. Erano presenti gli attuali 13 membri del Santo Sinodo, rappresentanti della maggior parte delle altre chiese ortodosse e di altre confessioni cristiane, l'ex primo ministro Simeone di Sassonia-Coburgo, l'ambasciatore ucraino Olesya Ilashchuk e l'ambasciatrice russa Eleonora Mitrofanova.
C’era anche il metropolita Epifanio, metropolita di Kyiv e di tutta l’Ucraina primate della Chiesa Ortodossa Ucraina, che è arrivato insieme a Bartolomeo e che è stato presente alla cerimonia ma non ha concelebrato – una questione di sensibilità “diplomatica”, poiché la Chiesa Ortodossa Bulgara è tra quelle che non hanno riconosciuto l’autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina.
Il Patriarca di Mosca Kirill non c’era, e l’ambasciatore di Mosca a Sofia ha lamentato che questi non era stato invitato. Alcuni hanno speculato che la mancanza di un invito specifico fosse dovuta al fatto che due mesi fa, da Mosca era arrivata una lettera non indirizzata a Neofit, ma al Santo Sinodo, di fatto non riconoscendone formalmente la “patriarchia”. Tuttavia, il Patriarcato di Mosca è stato comunque rappresentato dal Metropolita Nestor dell’Europa occidentale.
Nell’elogio funebre, il Patriarca Bartolomeo ha sottolineato che il lutto e il dolore del popolo per la morte di Neofit “sono condivisi da tutti i cristiani ortodossi e in effetti “dalla Santa Grande Chiesa di Cristo a Costantinopoli, nostra e vostra comune Madre spirituale e Provvidente! E questo è proprio ciò che viene sottolineato dalla presenza e dalla preghiera congiunta tra voi in questo momento del relatore di questo elogio e del mio entourage”.
Inoltre, Bartolomeo ha fatto riferimento ai suoi legami personali con il defunto Patriarca Neofita di Bulgaria, e ha raccontato di aver conosciuto Bartolomeo personalmente per molti anni, apprezzandone la “modestia, mansuetudine, gentilezza, gentilezza e dolcezza di carattere e comportamento “, ma anche “la sua fedeltà alla sacra fede ortodossa e alla nostra tradizione ancestrale, il suo amore per la Chiesa, il suo rispetto per le sacre e venerabili usanze del Vaso creato da Dio, la Chiesa, il suo affetto per la sua nativa Bulgaria, la sua devozione alla Chiesa Madre di Costantinopoli. Ha goduto di un amore profondo da parte nostra”.
Infine, Bartolomeo ha fatto un riferimento speciale anche all'etica cristiana pacifica del Patriarca Neofit, sottolineata “vividamente” – ha detto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli - dal Messaggio da lui diffuso durante la recente festa dell'Epifania, in cui ha condannato l'aggressione contro altri popoli e la guerra in corso contro l’Ucraina”.
Papa Francesco apprezzava molto il Patriarca Neofit, tanto da decidere di compiere il gesto ecumenico di donare le reliquie di San Clemente e San Potito in ricordo della sua visita a Sofia.
Nato Simeon Nikolov Dimitrov, Neofit aveva preso il nome quando aveva preso i voti monastici all’età di trenta anni. Era stato eletto a capo della Chiesa ortodossa bulgara il 25 febbraio 2013.
Nato 78 anni fa in una umile famiglia di credenti, Neofit era entrato a 14 anni nel Seminario Teologico di Sofia, per poi continuare a studiare presso l’Accademia Teologica “San Clemente Ohridski”. Era specializzato in canto.
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A quaranta anni, è stato nominato secondo vicario del metropolita di Sofia e Patriarca di Bulgara Maxim.
Acuto, gentile, con grande capacità diplomatica, Neofit è stato direttore del coro dei sacerdoti di Sofia, rettore dell’Accademia Teologica e segretario capo del Santo Sinodo.
Nel 1994 è stato eletto metropolita di Dorostol e Cherven e nel 2001 la diocesi è stata divisa, così Neofit è diventato vescovo di Russe. Dopo la morte del patriarca Maxim, il 10 novembre 2012, in uno scrutinio segreto, Neofit ha ricevuto un solo voto per essere vicepresidente della Chiesa ortodossa bulgara. Quattro mesi dopo, il 24 febbraio 2013, è stato eletto patriarca della Chiesa ortodossa bulgara con 90 voti.
Alla notizia della morte, il Patriarca Bartolomeo ha condotto un Trisagion in suffragio dell’anima, mentre il Patriarca di Mosca Kirill ha mandato un messaggio di condoglianze.
Cosa succederà ora? L’elezione del nuovo patriarca è regolata dagli articoli 40-48 degli Statuti della Chiesa Ortodossa di Bulgaria. Un vescovo può essere eletto patriarca se è stato diocesano metropolitano per almeno 5 anni e se ha almeno 50 anni.
La Chiesa Ortodossa Bulgara conta attualmente 15 diocesi , ma sono solo nove i metropoliti diocesani che soddisfano i requisiti per l’elezione: il metropolita degli Stati Uniti Yosi; Grigorii di Veliko Turnovo; Ignazio di Pleven; Gavriil di Lovech; Nikolai di Plovdiv; Yoan di Varna; Naum di Russe; Grigorii di Vratsa; e Daniil di Vidin.