Il motto scelto dal Papa per questa edizione è tratto dal capitolo 6 della Lettera ai Romani: "Camminare in una vita nuova". Il Dicastero per l’Evangelizzazione ha pubblicato un sussidio pastorale che contiene schede per la preghiera personale e suggerimenti per la celebrazione in comunità.
"Possiamo camminare in una vita nuova: così scrive l’apostolo Paolo ai primi cristiani di questa Chiesa di Roma. Ma che cos’è la vita nuova di cui parla? È la vita che nasce dal Battesimo, il quale ci immerge nella morte e nella risurrezione di Gesù e ci fa per sempre figli di Dio, figli della risurrezione destinati alla vita eterna, orientati alle cose di lassù. È la vita che ci porta avanti nella nostra identità più vera, quella di essere figli amati del Padre, così che ogni tristezza e ostacolo, ogni fatica e tribolazione non possano prevalere su questa meravigliosa realtà che ci fonda", dice il Papa nell'omelia.
"Abbiamo sentito che San Paolo associa alla vita nuova un verbo: camminare. Dunque la vita nuova, iniziata nel Battesimo, è un cammino. E non c'è pensione, sempre avanti. E dopo tanti passi nel cammino, forse abbiamo perso di vista la vita santa che scorre dentro di noi: giorno dopo giorno, immersi in un ritmo ripetitivo, presi da mille cose, frastornati da tanti messaggi, cerchiamo ovunque soddisfazioni e novità, stimoli e sensazioni positive, ma dimentichiamo che c’è già una vita nuova che scorre dentro di noi e che, come brace sotto la cenere, attende di divampare e fare luce a tutto quanto", commenta ancora Papa Francesco.
"Fratelli, sorelle, qual è la via per riprendere il cammino della vita nuova? È la via del perdono di Dio. Dio non si stanca mai di perdonare. Siete capaci di ripeterlo con me? Per essere sicuro, un'altra volta! Noi ci stanchiamo di chiedere, ma Lui mai di perdonare. Perché il perdono divino fa proprio questo: ci rimette a nuovo. Ci ripulisce dentro, facendoci tornare alla condizione della rinascita battesimale: fa scorrere di nuovo le fresche acque della grazia nel cuore, inaridito dalla tristezza e impolverato dai peccati; toglie la cenere dalla brace dell’anima, deterge quelle macchie interiori che ci impediscono di confidare in Dio... Dio perdona tutto, il Signore non si stanca di perdonare.", è chiaro il Papa.
Riguardo alla confessione Francesco dice "non rinunciamo al perdono di Dio, al sacramento della Riconciliazione: non è un pratica di devozione, ma il fondamento dell’esistenza cristiana; non è questione di saper dire bene i peccati, ma di riconoscerci peccatori e di buttarci tra le braccia di Gesù crocifisso per essere liberati; non è un gesto moralistico, ma la risurrezione del cuore. Andiamo dunque a ricevere il perdono di Dio e noi, che lo amministriamo, sentiamoci dispensatori della gioia del Padre che ritrova il figlio smarrito; sentiamo che le nostre mani, poste sul capo dei fedeli, sono quelle forate di misericordia di Gesù, che trasforma le piaghe del peccato in canali di misericordia. Perdoniamo sempre, concediamo sempre il perdono a chi lo domanda, anzi voi fratelli sacerdoti non domandate troppo".
Il Papa conclude con un consiglio: "Diciamo: Gesù, se vuoi, puoi purificarmi!".
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