Città del Vaticano , giovedì, 7. marzo, 2024 12:05 (ACI Stampa).
"L’opera di Tommaso dimostra sia il suo impegno a comprendere la Parola di Dio rivelata in tutte le sue dimensioni, sia, al tempo stesso, la sua notevole apertura a ogni verità accessibile alla ragione umana". Lo scrive il Papa nel messaggio ai partecipanti al Laboratorio “L’Ontologia sociale e il diritto naturale dell’Aquinate in prospettiva. Approfondimenti per e dalle Scienze Sociali”, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in occasione del 750° anniversario della morte di San Tommaso d’Aquino.
"Il Dottore Angelico - ricorda il Papa - era profondamente convinto che, dal momento che Dio è la verità e la luce che illumina ogni comprensione, non ci possa essere alcuna contraddizione di fondo tra la verità rivelata e quella scoperta attraverso la ragione. Centrale alla sua comprensione del rapporto tra fede e ragione era la sua convinzione del potere del dono divino della grazia di risanare la natura umana indebolita dal peccato e di elevare la mente attraverso la partecipazione alla conoscenza e all’amore di Dio, e di conseguenza di abilitarci a comprendere e ordinare in modo corretto le nostre vite come singoli e come società".
"Tommaso - spiega ancora il Pontefice - sosteneva che i beni spirituali precedono quelli materiali e che il bene comune della società precede quello degli individui, in quanto l’uomo è per natura un animale politico. L’Aquinate sostiene l’intrinseca dignità e unità della persona umana, che appartiene sia al mondo fisico in virtù del corpo che a quello spirituale in virtù dell’anima razionale: una creatura capace di distinguere tra vero e falso in base al principio di non-contraddizione, ma anche di discernere il bene dal male. Questa capacità innata di discernere e di ordinare o disporre atti al loro fine ultimo attraverso l’amore, chiamata tradizionalmente “legge naturale”, come dichiara il Catechismo della Chiesa Cattolica, citando Tommaso: «altro non è che la luce dell'intelligenza infusa in noi da Dio. Grazie ad essa conosciamo ciò che si deve compiere e ciò che si deve evitare. Questa luce o questa legge Dio l'ha donata alla creazione».
Oggi - è l'invito del Papa - "è essenziale recuperare una considerazione di questa «inclinazione naturale a conoscere la verità su Dio, e a vivere in società» al fine di modellare il pensiero sociale e le politiche in modalità che promuovano, anziché impedire, l’autentico sviluppo umano dei singoli e dei popoli. Per questo motivo, il mio Predecessore e io abbiamo riaffermato costantemente l’importanza della legge naturale nelle discussioni concernenti le sfide etiche e politiche del nostro tempo".
"La fiducia di Tommaso in una legge naturale scritta nel cuore dell’uomo - scrive ancora il Papa - può così offrire freschi e validi spunti al nostro mondo globalizzato, dominato dal positivismo giuridico e dalla casistica, anche se continua a cercare solide fondamenta per un giusto e umano ordine sociale. Se il Dottore Angelico fonda la sua comprensione della dignità dell’uomo e le esigenze di un’ontologia sociale nella natura umana, e dunque nell’ordine della creazione, come pensatore cristiano egli, necessariamente, aggiunge anche che la nostra natura umana, ferita dal peccato, è guarita ed elevata dalla grazia, frutto della redenzione operata da Cristo. Tommaso afferma che l’Incarnazione del Figlio di Dio rivela la suprema dignità della natura umana. Questa convinzione è stata eloquentemente riaffermata nel nostro tempo dall’insegnamento del Concilio Vaticano II, che cioè: «Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a sé stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione».