Città del Vaticano , sabato, 2. marzo, 2024 12:30 (ACI Stampa).
Negli ultimi dieci anni lo stile dei Tribunali dello Stato della Città del Vaticano è decisamente molto cambiato. Non solo per il genere di cause trattate, sempre meno affascinanti e storiche e piuttosto banali e consuete, ma anche per la personalità dei magistrati, sempre meno 'uomini vaticani' e legato invece allo stile italiano. Nonostante il codice non sia lo stesso, perché in Vaticano ci si basa ancora sulla visione liberale di Giuseppe Zanardelli.
L’inaugurazione dell' Anno Giudiziario del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano era un evento interessante perché si poteva conoscere il Tribunale e si ascoltava la lunga relazione del Promotore di Giustizia fatta di aneddoti e dati recenti. Una occasione per far incontrare autorità diverse in modo discreto. Da qualche anno invece l'apertura dell'Anno giudiziario civile è una udienza di Papa Francesco.
Oggi il discorso l'ha letto monsignor Filippo Ciampanelli perché il Papa è ancora raffreddato. Nell' Aula delle Benedizioni, ampia abbastanza per far entrare ospiti e conoscenti, il Papa ha fatto conoscere la sua riflessione sul coraggio che "disorienta i corrotti e li mette, per così dire, in un angolo, con il loro cuore chiuso e indurito". Un coraggio che si vede "in tanti uomini e donne che vivono prove durissime: pensiamo alle vittime delle guerre, o a quanti sono sottoposti a continue violazioni dei diritti umani, tra i quali i numerosi cristiani perseguitati".
E a proposito della amministrazione della giustizia per il Papa il coraggio è "andare fino in fondo nell’accertamento rigoroso della verità, ricordando che fare giustizia è sempre un atto di carità, un’occasione di correzione fraterna che intende aiutare l’altro a riconoscere il suo errore".
E anche "quando emergono e devono essere sanzionati comportamenti che sono particolarmente gravi e scandalosi, tanto più quando avvengono nell’ambito della comunità cristiana". E poi c'è per il Papa il coraggio di affrontare le critiche per cui "la miglior risposta sono il silenzio operoso e la serietà dell’impegno nel lavoro, che consentono ai nostri Tribunali di amministrare la giustizia con autorevolezza e imparzialità, garantendo il giusto processo, nel rispetto delle peculiarità dell’ordinamento vaticano".