Avramović ha sottolineato di aver avuto “colloqui molto, molto seri con le più alte cariche del Vaticano. Ci è stato spiegato tutto nei dettagli e ci è stato detto espressamente che questo Ufficio non ha statuto diplomatico, che la persona che ne sarà a capo non è un diplomatico, che non gode né dei privilegi diplomatici né dell'immunità diplomatica".
Avramović ha notato che il fatto che la Santa Sede non riconosca il Kosovo ha una grande influenza su altri Paesi che guardano con attenzione alla posizione vaticana.
D’altro canto, la Serbia sta lavorando per migliorare ulteriormente le relazioni con il Vaticano, e ha ricordato che la Serbia ha una continuità di seri contatti diplomatici con i funzionari della Santa Sede, e che il segretario per i rapporti con gli Stati, arcivescovo Paul Richard Gallagher, ha visitato la Serbia due anni fa, dove ha avuto incontri con il presidente serbo Aleksandar Vučić, il primo ministro Ana Brnabić e il patriarca serbo Porfiri.
"Per quanto riguarda la politica ufficiale dello Stato di Serbia, è stata chiaramente definita dal presidente Vučić 4-5 anni fa, quando ha invitato il Papa in visita, quando ha parlato di quanto sia importante il sostegno del Vaticano per il nostro cammino verso una soluzione normale alle relazioni con il Kosovo”.
Commentando le visite dei rappresentanti delle autorità di Pristina in Vaticano, Avramović ha affermato che Kurti e Osmanijeva vengono spesso in Vaticano il mercoledì, quando Papa Francesco tiene le udienze private e quando chiunque può essere in contatto con lui, ma che sono stati solo in una visita ufficiale finora. Sono visite private, tra l’altro, che non hanno per questo motivo un bollettino ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, che si occupa soprattutto dei bilaterali.
Avramović ha anche notato che duranta una delle sue visite, Kurti ha regalato a Papa Francesco una monografia in cui veniva mostrato un affresco di un monastero della Macedonia del Nord come eredità del cosiddetto del Kosovo, affermando che si tratta di un incredibile abuso di un affresco storicamente significativo, ma che il Papa è consapevole di tutto ciò.
"Per noi è davvero estremamente importante che l'attuale pontefice, Papa Francesco, sia pienamente consapevole di tutti gli elementi fondamentali che definiscono i principali problemi nel rapporto Pristina-Belgrado, e abbia piena comprensione della posizione della Serbia, ed è per questo che noi Spero che se non ci saranno cambiamenti drastici, finché ci sarà questo Papa, non ci sarà alcun riconoscimento del cosiddetto Kosovo", ha detto.
Resta invece aperta la questione della visita del Papa in Serbia. La Serbia, tuttavia, deve compiere seri passi preliminari, a partire dall’invito della Chiesa Ortodossa Serba.
FOCUS NUNZIATURE
Un nuovo nunzio per la Papua Nuova Guinea
Il nuovo nunzio in Papua Nuova Guinea potrebbe dover trovarsi subito ad organizzare un nuovo viaggio papale. Ma monsignor Mauro Lalli, da anni in forza alla nunziatura di Amman – già da quando questa era una sede secondaria riguardo Baghdad – e da poco inviato ad occuparsi della sede della nunziatura a Cipro, è un diplomatico che sa muoversi in terreni complicati.
Classe 1965, proveniente dalla diocesi di Chieti-Vasto, è sacerdote dal 1990 e nel servizio diplomatico della Sant Sede dal 1999. Ha servito nella rappresentanze pontificie di Guatemala, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Romania, Croazia, india, Iraq, Giordania e Cipro.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede a Ginevra, il Consiglio dei Diritti Umani
Il 28 febbraio si è tenuto presso le Nazioni Unite di Ginevra un dibattito generale alle 55esima sessione del Consiglio dei Diritti Umani.
Nel suo intervento, l’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore della Santa Sede presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra, ha ricordato la commemorazione del 75esimo anniversario dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la quale fu “una pietra miliare nello stabilimento dello standard universale di diritti umani fondamentali e libertà”.
La Santa Sede, tuttavia, si dice preoccupata che “le violazioni dei diritti umani hanno tuttora luogo globalmente”, e questo include le violazioni contro “la libertà di pensiero, coscienza e religione”.
La Santa Sede denuncia la crescita della discriminazione e la persecuzione dei credenti, rimarca come la libertà religiosa sia violata in almeno un terzo delle nazioni del mondo, colpendo 4,9 miliardi di persone, mentre “in alcune nazioni occidentali, le discriminazioni religiose e le censure vengono perpetrate come ‘tolleranza ed inclusione’,” mentre la legislazione “nata in origine per combattere il crimine di odio è “spesso strumentalizzata per sfidare il diritto alla libertà di pensiero e religione, portando alla censura e al discorso obbligato”.
L’arcivescovo Balestrero nota che – come dice Papa Francesco – “tutto è connesso”, e che ci vuole dunque un nuovo modello per prendere le decisioni a livello multilaterale. Alla luce di ciò, l’arcivescovo Balestrero sottolinea che “al cuore della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo c’è una verità fondamentale che fornisce l’unica road map per uno sviluppo integrale e giusto, così come per una pace profonda e duratura”.
Questa verità è “la dignità della persona umana”, riconosciuta dalla dichiarazione alla fondamenta della pace e dei diritti umani, giustizia e libertà, e per questo “rimettere la dignità umana al centro delle nostre discussioni potrebbe aiutare le organizzazioni internazionali ad evitare situazioni di stallo nel loro lavoro quotidiano”, stalli creati dalla “polarizzazione ideologica e lo sfruttamento degli Stati”.
Insomma, è importante “mantenere valori che sono radicati nella dignità umana” per migliorare la diplomazia multilaterale, e questo “richiede la ricostruzione di una visione condivisa della nostra natura inerente, che include obblighi e norme morali che possano essere conosciuti attraverso la ragione umana e siano rispettati”.
In essenza, “non possiamo separare ciò che è buono da ciò che è vero e che è profondamente radicato nella natura umana”, e “la dignità umana deve essere il principio guida anche nello sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale”.
Il tema dell’intelligenza artificiale è cruciale per la Santa Sede, che ha chiesto anche una autorità mondiale sull’intelligenza artificiale alle Nazioni Unite. Secondo l’arcivescovo Balestrero, gli avanzamenti nel campo della AI dovrebbero “rispettare i diritti umani fondamentali e desiderare di servire, e non di competere con, il nostro potenziale umano”, e allo stesso tempo “dovrebbero promuovere, non danneggiare, le relazioni personali, la fraternità, il pensiero critico e la capacità di discernimento”.
La Santa Sede mette in luce che il rispetto per la dignità umana richiede che rifiutiamo “ogni tentativo di ridurre l’unicità della persona umana a un algoritmi o un gruppo di dati, e che non permettiamo a sistemi sofisticati di decidere in maniera autonoma del destino degli esseri umani”.
La Santa Sede punta anche il dito con gli attuali tentativi di “introdurre i cosiddetti nuovi diritti” che “non sono sempre consistenti con ciò che è davvero buono per la persona umana”, e portano ad un colonialismo ideologico che “mette a rischio l’identità umana e crea divisioni tra culture, società e Stati”, piuttosto che “sviluppare l’unità e la pace”.
Per questo, i principi della fraternità umana e della solidarietà “dovrebbero tornare al cuore del nostro lavoro”, considerando che “la fraternità è stato un valore centrale del sistema multilaterale sin dalla fondazione delle Nazioni Unite”, a partire dal preambolo della Carta fondativa ONU che riconosce che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Ne consegue che “la fraternità universale è una condizione essenziale per la piena realizzazione dei diritti umani nel mondo di oggi”.
FOCUS SEGRETERIA DI STATO
Cardinale Parolin: eliminare il debito dei Paesi poveri
Il 27 febbraio, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha partecipato al conferimento del premio “Economia e Società” della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, andato alla docente cilena Carolina Montero Orphnanopulos, per un testo intitolato “Vulnerabilità”. La giuria presieduta dal cardinale Reinhard Marx ha anche assegnato borse di studio ai giovani ricercatori under 35 Sebastian Panreck, dell’ateneo tedesco di Münster, e Andrea Roncella, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Nel suo intervento, il Cardinale Parolin è partito dall’idea della categoria della vulnerabilità, categoria interdisciplinare sperimentata anche da Dio che si fa carne con Gesù e vive nella vulnerabilità umana.
È proprio nel mistero dell’incarnazione, dice il Segretario di Stato, che la vulnerabilità “intesa comunemente come debolezza diventa l’apertura costitutiva dell’essere umano”. Secondo il Segretario di Stato vaticano, “prendere coscienza della nostra condizione esistenziale vulnerabile rende sensibili verso gli altri e consente di entrare in empatia con il loro dolore”, arrivando così ad “assicurare assistenza e conforto a quanti sono emarginati nella nostra società”, perché “nel farci prossimi ai nostri fratelli ritroveremo noi stessi, riscopriremo la nostra umanità più autentica”.
Il cardinale Parolin dunque denuncia che “la ricerca del profitto a ogni costo è all’origine delle speculazioni finanziarie, del commercio delle armi, dell’inquinamento ambientale e di conseguenza delle ingiustizie sociali che provocano disuguaglianza ed emarginazione”, come si può notare analizzando i “meccanismi strutturali degli odierni sistemi economici”.
In contrasto, si è chiamati a “compiere gesti concreti di fraterna solidarietà” per “rispondere al grido dei poveri” e diffondere “un cultura della cura”.
Il cardinale chiede dunque una “moratoria sul debito internazionale”, in nome di una solidarietà che cambi “le strutture economiche” oggi alla base di indigenza, esclusione e indipendenza, superando “la logica dello sfruttamento” e creando “nuovi modelli di sviluppi, nei quali i poveri siano parte integrante del tessuto sociale”.
Il cardinale Parolin ha anche affrontato il tema dell’intelligenza artificiale, tema dell’anno per la diplomazia della Santa Sede cui il Papa ha dedicato il tema del Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2024. Secondo il Cardinale, nel mondo contemporaneo dominato dalla tecnica “siamo esposti al rischio di diventare inconsapevolmente apatici ed acritici e consumatori”, e l’Intelligenza Artificiale “potrebbe amplificare le disuguaglianze esistenti, perpetuando pregiudizi presenti negli attuali dati utilizzati per addestrare gli algoritmi”, con il rischio di perpetuare “decisioni ingiuste o discriminatorie in settori come l’occupazione, i sistemi di finanziamento, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, la giustizia, l’immigrazione e le relazioni internazionali”
Ucraina, il cardinale Parolin cerca prospettive di negoziato
Parlando lo scorso 28 febbraio all’inaugurazione di un nuovo reparto dell’Istituto Dermatologico dell’Immacolata, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, si è soffermato su diversi temi.
Dopo aver rassicurato sulla salute del Papa, descrivendo un “episodio influenzale”, il Cardinale si è anche soffermato sullo scenario internazionale, affrontando anche il tema della morte del dissidente russo Alexei Navalny. “Sarebbe importante – ha detto il Segretario di Stato - chiarire che cosa è veramente successo. Questo servirebbe a assicurare anche chi evidentemente dà una certa interpretazione alla morte”.
Affrontando la questione dell’Ucraina, il Cardinale Parolin ha detto che si sta lavorando ora per “agevolare questo meccanismo” delineato durante la visita del Cardinale Matteo Zuppi a Kyiv e Mosca per il ritorno dei bambini e dei ragazzi in Ucraina. Il Cardinale Zuppi, ha detto Parolin, “disse a suo tempo che questo poteva promuovere dei percorsi di pace. Per il momento mi sembra che ci sia solo questo, che non ci siano altre prospettive di negoziato e questo è molto triste”.
Il cardinale ha anche chiesto un dialogo “serio” e “l’ascolto di quelle che sono le esigenze espresse da parte degli agricoltori” per superare la cosiddetta “protesta dei trattori”.
Inoltre, il Segretario di Stato ha affrontato la “precaria situazione in Burkina Faso”, dove 15 cristiani sono stati uccisi durante la celebrazione. Il terrorismo che ha “preso il controllo di diversi territori in Burkina Faso” è “preoccupante” secondo il Cardinale. Sembrava, ha aggiunto, che “l’esercito stesse lavorando per riportare il controllo dello Stato ma purtroppo - ha osservato il segretario di Stato - non è così e continuano questi episodi che sono veramente deplorevoli”.
Parolin, spiragli sul Medio Oriente
Il 29 febbraio, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha parlato a margine della Cattedra dell’Accoglienza a Sacrofano, e ha parlato anche della situazione in Medio Oriente. “Mi pare – ha detto - che in Medio Oriente c’è qualche spiraglio, nel senso che abbiamo visto la diplomazia sta lavorando per ottenere la tregua e quindi anche l’accesso degli aiuti umanitari, che mi pare che è il punto più delicato questo, da quanto sentivo direttamente da fonti locali, l’approvvigionamento proprio del cibo, delle medicine e delle cure mediche”.
La situazione è comunque “non semplice”, ma c’è “qualche attività, qualche movimento”.
FOCUS EUROPA
La visita a Bruxelles del vescovo austriaco Zsifkovics
Il vescovo di Eisenstadt Ägidius Zsifkovics ha visitato la scorsa settimana Bruxelles, dove ha avutp una serie di incontri con alti rappresentanti delle istituzioni europee, facilitate dalla Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), all’interno della quale il vescovo è il delegato della Conferenza Episcopale Austriaca.
Il viaggio ha avuto luogo dal 19 al 21 febbraio. Zsifkovics è stato ricevuto tra gli altri da Johannes Hahn, Commissario dell’Unione Europea sul Budget e l’Amministrazione, e il parlamentare europeo Othmar Karas, primo vicepresidente del Parlamento Europeo e Parlamentare responsabile per l’articolo 17 del Trattato Europeo, che regola il dialogo dell’Unione con le religione.
Il vescovo di Eistenstadt si è anche incontrato con l’europarlamentare austriaco Lukas Mandl e il nunzio apostolico presso l’Unione Europea, l’arcivescovo Noel Treanor, discutendo con tutti le questioni più pressanti delle prossime elezioni europee. Zsifkovics ha parlato della necessità di ritornare alle radici Cristiane dell’Unione Europea e ha enfatizzato la promozione di una pace giusta e dei valori europei di libertà, solidarietà, democrazia e diritti umani.
Durante la sua permanenza a Bruxelles, il vescovo ha anche visitato la COMECE, dove ha incontrato padre Manuel Barrios Prieto, Segretario generale, e un gruppo di consulenti, ed è stato ricevuto anche dalla Conferenza delle Chiese Europee.
FOCUS AFRICA
Africa, il Cardinale Ambongo attacca l’accordo minerario tra Rwanda e UE
Il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, ha puntato il dito nella sua omelia del 24 febbraio scorso contro l’accordo di cooperazione mineraria sostenibile siglato tra Rwanda e Unione Europea, un accordo che verterebbe, a detta del porporato, su “risorse saccheggiate nel nostro Paese”.
L’omelia del cardinale ha avuto luogo durante la Messa in omaggio alle vittime della guerra nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo e per il ritorno della pace nel Paese. Il cardinale Ambongo ha affermato: “Non è questo giudicare due cose simili con parzialità, secondo regole diverse? […] Denunciare l’aggressore senza fermare il ciclo di aggressione e finanziare la guerra attraverso tali accordi è una strategia diversiva”.
L’accordo tra UE e Rwanda è stato firmato lo scorso 19 febbraio. L’accordo avrebbe il compito di promuovere lo sfruttamento sostenibile dei minerali da parte del Rwanda, perché – sottolinea l’UE - “il Paese è uno dei principali attori globali nel settore minerario del tantalio. Produce anche stagno, tungsteno, oro e niobio e dispone di riserve di litio e terre rare”, e così la partnership potrà contribuire “a garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime”, in particolare di materie prime critiche, “che è una precondizione essenziale per raggiungere obiettivi di energia verde e pulita”.
Secondo la Repubblica Democratica del Congo, però, questi minerali sono stati invece saccheggiati dal territorio congolese con gruppi armati finanziati dal Rwanda, come l’M23, un movimento di guerriglia che agisce nel Nord Kivu e che sta assediando da inizio febbraio la cittadina di Sake, che si trova vicino alla capitale Goa.
Il Cardinale Ambongo ha denunciato che “aggressori e multinazionali si alleano per prendere il controllo delle ricchezze del Congo, a scapito e in disprezzo della dignità dei pacifici cittadini congolesi, creati a immagine e somiglianza di Dio”, e si è chiesto fino a che punto “si spinge la banalizzazione della vita umana”.
FOCUS AMERICA LATINA
Messico, i vescovi aperti al dialogo con i cartelli della droga
Quattro vescovi cattolici si sono incontrati a metà febbraio con capi dei cartelli della droga nello Stato di Guerrero nel tentativo di negoziare un possibile accordo di pace.
L’intervento dei vescovi non ha portato ad un accordo di pace, ma comunque ha portato ad un accordo che il cartello avrebbe cessato gli attacchi contro i trasporti pubblici, spesso portati avanti per rispondere a rifiuti di estorsione.
L’azione dei vescovi, in maniera sorprendente, è stata appoggiata dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador.
Padre José Filiberto Velázquez, interno agli accordi di pace, ha detto ai media messicani lo scorso 22 febbraio che i due cartelli più grandi di Guerrero – Los Tlacos e La Familia Michoacana – sono arrivati ad una tregua, ma la Chiesa non ha comunque partecipato ai negoziati finali.
Finora i vescovi sono intervenuti come interlocutori nella crisi, e dunque la partecipazione attiva a dei colloqui con i cartelli è una assoluta novità in Messico, e riflette la deteriorante situazione di sicurezza nella nazione.