Città del Vaticano , martedì, 27. febbraio, 2024 16:00 (ACI Stampa).
Pompeo Ugonio non parla della Stazione di San Saba all'Aventino perchè non era all'epoca titolo cardinalizio. Lo divenne solo nel 1959. Ma oggi il cammino si ferma proprio qui, una chiesa antichissima e gestita dai Gesuiti fin dalla fine del 1500.
La parrocchia di san Saba a Roma vuole camminare ogni giorno come un pellegrino. La vita di Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, è mossa da questa attitudine: egli stesso nella sua Autobiografia si definisce “il pellegrino”.”
Con queste parole i Gesuiti della parrocchia di San Saba all’Aventino presentano la loro comunità. La chiesa fa parte dell’antico complesso monastico di “Cella nova” dove arrivarono molto monaci greci. Il più importante monastero orientale a Roma è proprio quello di San Saba, che a lungo fu legata al monastero degli Studiti a Costantinopoli. Un Egumeno era al Concilio Laterano, un altro fu legato pontificio a Nicea per confutare gli iconoclasti. La zona viene definita “Aventino minore” dai tempi antichi.
La basilica di san Saba è un esempio di architettura romanica medievale.
Nei secoli successivi si susseguono i Benedettini, i monaci di Cluny, i Cistercensi e i Canonici Regolari. Nel 1573 diventa sede del Collegio Germanico Ungarico retto dalla Compagnia di Gesù. Con la soppressione dell’ordine nel XVIII secolo, i Francescani e in seguito i Salesiani si insediano nell’area. Dai primi del ‘900 ad oggi i gesuiti tornano alla guida della comunità divenuta nel frattempo parrocchia.