Città del Vaticano , lunedì, 26. febbraio, 2024 9:00 (ACI Stampa).
L’arcivescovo Stefan, capo della Chiesa ortodossa macedone, ha un legame di lunga data con l’Italia. E non è la prima volta che incontra Papa Francesco. L’udienza che però avrebbe avuto il 26 febbraio con Papa Francesco era caratterizzata da un sapore del tutto speciale: sarebbe stata, infatti, la prima udienza “ecumenica”, ovvero concessa dal capo della Chiesa Cattolica al capo di una Chiesa sorella. Sarebbe stata, perché per un attacco influenzale che si protrae da sabato, Papa Francesco ha annullato gli impegni di oggi. Ma ci saranno altre occasioni, sicuramente.
Finora, la Chiesa ortodossa macedone era considerata scismatica nella sinassi dell’Ortodossia. E così, Stefan veniva dal Papa, ma come parte della delegazione del governo che visitava il Papa in prossimità della festa dei Santi Cirillo e Metodio secondo il calendario ortodosso, ovvero il 24 maggio.
Quando l'arcivescovo Stefan venne di queste nel 2019, poco dopo il viaggio di Papa Francesco in Bulgaria e Macedonia del Nord, era un tempo difficile, per la Chiesa Ortodossa macedone, che aveva cominciato a quel tempo a muovere i suoi passi per riconoscere come sua “chiesa madre” la Chiesa Ortodossa Bulgara. E questo per due motivi: per slegarsi dal controllo del Patriarcato Serbo, che continuava a rivendicare la Macedonia come suo territorio canonico; e quello di trovare finalmente un riconoscimento alla sua autocefalia, proclamata nel 1967.
Era una situazione tesa, tanto che da Belgrado erano stati mandati a Skopje metropoliti, vescovi e sacerdoti, puntualmente cacciati da chiese e monasteri.
Poi, però, le cose sono cambiate. A capo della Chiesa ortodossa serba è arrivato il Patriarca Porfirije, che ha sostituito il Patriarca Irenej ,morto di COVID, ed è stato lui che, il 5 giugno 2022, ha consegnato il tomos dell’autocefalia alla Chiesa Ortodossa Macedone.