Città del Vaticano , giovedì, 15. febbraio, 2024 9:00 (ACI Stampa).
All’imbrunire del 15 febbraio 1682, a Paray-le-Monial, piccola cittadina francese della Borgogna, moriva San Claudio de La Colombière. Aveva appena 41 anni. Alla notizia del decesso, la religiosa visitandina Margherita Maria Alacoque esclamerà: “Non sono io a dover pregare per lui, ma è lui che deve pregare per noi, perché si trova in Paradiso. Il Sacro Cuore l’ha reso molto potente in cielo”.
La futura santa conosceva bene il religioso gesuita: fra loro si era creata un’unione di anime, di intenti, di progetti, diversi anni prima. Tra i due monumenti della fede vi era stata, infatti, quella che potrebbe definirsi una vera e propria storia d’amicizia; una storia che si era intrecciata con la diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù. Ma per comprendere come tutto fosse iniziato, è necessario partire da lontano.
Era il 2 febbraio 1675, giorno della festa della Presentazione di Gesù al Tempio, quando Claudio de La Colombière pronuncia la solenne professione religiosa nella Compagnia di Gesù. Successivamente viene nominato rettore della piccola comunità della Compagnia del collegio di Paray-le-Monial. Nella stessa località vi è un altro istituto religioso, il monastero della Visitazione. Fra gli svolazzanti veli neri delle religiose tutte frettolose nell’andare - alle prime luci dell’alba - a presentare al Signore le loro preghiere, ve n’è uno, molto particolare, anch’esso nero ma raggiante del bagliore di una santità nascosta. Quel velo è quello di una giovane religiosa: suor Margherita Maria Alacoque, la futura santa apostola del Sacro Cuore di Gesù.
Sempre in quel febbraio del 1675, padre Claudio de Colombière fu invitato a tenere una predicazione alle religiose visitandine. Durante la predica del giovane gesuita, una voce entrerà dritta nel cuore di suor Margherita: “Ecco colui che io ti mando”. E’ Gesù che parla a Margherita: San Claudio de la Colombière era stato scelto dal Signore per diffondere anch’egli la devozione al Sacro Cuore di Gesù. “Rivolgiti al mio servo, il padre de La Colombière, e digli da parte mia di fare il possibile per propagare questa devozione e di fare questo piacere al mio Cuore divino. Sappia che è onnipotente colui che diffida interamente di sé stesso per confidare solo in me”, sono queste le parole che la religiosa registrerà nel suo diario spirituale. Sarà questo l’inizio del loro connubio spirituale. Sarà questo l’inizio di un’amicizia davvero speciale.
Ma un episodio in particolare segnerà questa storia che pare fuoriuscita da una penna di qualche scrittore di romanzi: la data a cui si riferisce questo episodio non è possibile precisarla perché non abbiamo alcun dato preciso di quando avvenne. Si tratta di una particolare visione, del tutto eccezionale, che vivrà la religiosa visitandina, la futura santa. Una visione che “disegnava” tre cuori uniti in maniera indissolubile. E’ la stessa Margherita Maria a descriverla: “Un giorno nel quale il P. La Colombière era venuto a celebrare la S. Messa nella nostra chiesa, Nostro Signore fece grandi grazie a lui e a me. Nel momento in cui stavo per riceverLo nella S. Comunione, mi mostrò il suo Sacro Cuore come una fornace ardente e altri due cuori, che andavano a unirsi e inabissarsi nel Suo e mi disse: In questa maniera il mio puro amore unisce questi tre cuori per sempre. Dopo mi fece intendere che questa unione veniva compiuta interamente per la gloria del suo Sacro Cuore, i cui tesori Egli voleva che io scoprissi al Padre, affinché li facesse conoscere e ne rendesse pubblici i vantaggi e l'utilità; e perciò voleva che noi fossimo come fratello e sorella, partecipi, nella stessa misura, di beni spirituali”.