Città del Vaticano , domenica, 11. febbraio, 2024 10:25 (ACI Stampa).
Santa María Antonia de Paz y Figueroa, Mama Antula, era stata toccata da Gesù grazie agli Esercizi spirituali ignaziani, e li aveva diffusi in tutto il Paese, armata solo di un piccolo crocefisso cui era appesa una piccola statua di Gesù Bambino, il Manuelito. E Papa Francesco lo racconta al termine di una omelia tutta centrata sul Vangelo del giorno, in quella che è la Messa che celebra la canonizzazione della prima santa argentina.
Il Papa argentino, così, si trova a presiedere la celebrazione che certifica il primo santo proveniente dal suo Paese. C’è un'altra causa di canonizzazione, voluta dallo stesso Papa Francesco, quella per l’imprenditore Enrique Shaw, ma ci vorrà ancora tempo. E oggi si mettono da parte tutte le discussioni su un eventuale ritorno del Papa nel suo Paese e dell’incontro con il presidente Millei che è arrivato per la canonizzazione ma si celebra una santa, una donna di Dio che tutti chiamavano mamma.
Succede in un weekend piovoso e pieno di scirocco, che sferza i molti pellegrini argentini arrivati per la celebrazione. Papa Francesco si sofferma sul lebbroso incontrato nel Vangelo, “costretto a vivere fuori città, “fragile per la sua malattia, invece di essere aiutato dai suoi concittadini è abbandonato a sé stesso, anzi è ferito ulteriormente dall’allontanamento e dal rifiuto”.
Il lebbroso è allontanato per paura, e si pensava, ricorda il Papa, che sfiorare i lebbrosi volesse “dire diventare impuri come loro: ecco una religiosità distorta, che alza barriere e affossa la pietà”.
Questa situazione è l’occasione, per Papa Francesco, di parlare delle tre lebbre dell’anima che sono “paura, pregiudizio e falsa religiosità”, che non sono cose del passato, perché “anche nel nostro tempo c’è tanta emarginazione, ci sono barriere da abbattere, ‘lebbre’ da curare”.