Città del Vaticano , lunedì, 5. febbraio, 2024 18:00 (ACI Stampa).
La storia del Dicastero per le Chiese Orientali è relativamente recente. Nasce dalla Congregatio de Propaganda Fide pro negotis ritus orientalis voluta da Papa Pio IX nel 1862. Fu poi Benedetto XV, nel 1917, a renderla autonoma con la denominazione di Congregazione per le Chiese Orientali.
Ma c'è una storia più antica che risale al 1573 quando quando Papa Gregorio XIII istituì la Congregatio de rebus Graecorum, alla quale era affidato il compito di trattare le cause e gli affari relativi ai cattolici di rito bizantino o greco, ma anche di promuovere la tutela e la diffusione della fede fra gli altri cristiani d’Oriente. Clemente VIII (1592-1605) la mutò in Congregatio super negotiis sanctae Fidei et religionis catholicae per gli affari dei Greci e degli altri orientali, e per promuovere la propagazione della fede nei paesi pagani, fino alla costituzione nel 1622 della Sacra Congregatio de Propaganda Fide, con compiti analoghi.
Pio XI, Paolo VI e Giovanni Paolo II nelle diverse riforme ne definirono ulteriormente i compiti della Congregazione. Papa Francesco ha precisato che è competente sulle materie concernenti le Chiese Orientali sui iuris riguardo a persone (stato, diritti e doveri) e a cose e per tutti gli affari propri che devono essere deferiti alla Sede Apostolica (la struttura e l'ordinamento delle Chiesa; l'esercizio delle funzioni di insegnare, di santificare e di governare). Il Dicastero ha competenza territoriale, includendo anche i fedeli latini, sulle seguenti regioni: Egitto, Eritrea ed Etiopia del Nord, Bulgaria, Cipro, Grecia, Iran, Iraq, Libano, Israele, Palestina, Siria, Giordania, Turchia.
Della struttura fanno parte tre Commissioni: la Commissione speciale per la Liturgia; la Commissione speciale per gli Studi sull'Oriente Cristiano; la Commissione per la Formazione del Clero e dei Religiosi.
I Patriarchi orientali cattolici, canonicamente eletti dai Sinodi dei vescovi delle Chiese Patriarcali, celebrano la communio ecclesiastica con il Santo Padre, mentre gli Arcivescovi Maggiori, canonicamente eletti dai Sinodi dei vescovi delle Chiese Arcivescovili Maggiori, chiedono al Santo Padre la conferma della loro elezione. Riguardo alla designazione degli altri vescovi, la Congregazione per le Chiese Orientali è maggiormente coinvolta. All’interno del territorio proprio, il Sinodo dei vescovi elegge i vescovi con previo o successivo assenso del Romano Pontefice. La Congregazione deve esaminare la lista dei candidati presentata dal Sinodo dei vescovi in modo da dare le massime garanzie circa la loro idoneità.