Catania , lunedì, 5. febbraio, 2024 14:00 (ACI Stampa).
“Sant’Agata con vittoriosa pazienza, non spaventata dalle minacce né sconfitta dalle torture e dalla diabolica crudeltà resta salda nella fede”. Lo ha detto il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, nell’omelia pronunciata nella Cattedrale di Catania in occasione del pontificale per la festa patronale di Sant’Agata.
La vittoriosa pazienza di Agata – ha spiegato il porporato – è “la capacità di non lasciarsi sopraffare dalle prove: questa è la pazienza, non sopportare ma non lasciarsi sopraffare dalle prove che poi è la caratteristica cristiana richiesta da San Paolo”.
Agata – ha aggiunto – “fu salda nella professione della fede, quindi fu ben più di un carattere stabile, fermo, non fu una fortezza umana, fu una fermezza cristiana”.
Citando il Papa, il Cardinale Semeraro ha ricordato che “i martiri sono più numerosi nel nostro tempo che nei primi secoli. Francesco ci dice che è la nostra l’era dei martiri, ma lo aveva già detto San Giovanni Paolo II. Nei soli tre anni fin qui trascorsi nell'ufficio di Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi ho presieduto a nome del Santo Padre ben 15 riti di beatificazione di martiri, il prossimo sarà a Novara il 26 maggio un sacerdote ucciso dal nazifascismo”.
Il Cardinale ha parlato poi dei martiri siciliani dei tempi di oggi: il beato Rosario Angelo Livatino e il Beato Pino Puglisi. “Sono un tratto di congiunzione con le antiche storie di martirio. Un'importante teologo della chiesa di oggi parlava di due tipi di santità. La prima la chiamava abituale: sono come dei fiori che nascono nel giardino della Chiesa, dove fioriscono fiori di tutte le specie per indicare tutte le vocazioni santità che fioriscono nella chiesa. Poi c'è un'altra forma di santità quella che chiama rappresentativa, la santità che piomba sulla Chiesa come un fulmine”.