Roma , venerdì, 2. febbraio, 2024 10:00 (ACI Stampa).
“Scrivere un libro su Enrique Angelelli è proprio come spedire una lettera rimasta per molto tempo dimenticata da qualche parte, farla pervenire a coloro che testardamente continuano a credere al sogno di Isaia di un mondo in cui il diritto e la giustizia abbiano stabile dimora. Ed in effetti il sacrificio di questo vescovo argentino è ben presto caduto nel dimenticatoio. Nessun libro in italiano su di lui. Solo testi in spagnolo, pubblicati in Argentina. Eppure, come ci ha ricordato l’allora cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, la sua testimonianza, il suo impegno per la giustizia e per la pace, la sua fede, sono di assoluto spessore e la sua figura si può porre sullo stesso piano di quelle degli altri grandi vescovi latinoamericani”.
Così scrive nell’introduzione al libro ‘Enrique Angelelli: soltanto il Vangelo, con il commento della nostra vita’ l’autore, prof. Anselmo Palini, a cui chiediamo di raccontare il motivo per cui ha scritto un libro su di lui: “Con mons. Angelelli siamo in Argentina ma genitori erano marchigiani (il papà di Montegiorgio e la mamma di Cingoli). Vescovo ausiliare di Cordoba e in seguito titolare della diocesi di La Rioja, mons. Angelelli è indicato come ‘la voce dei senza voce’, il ‘difensore dei poveri e degli oppressi’, il ‘Romero dimenticato’. E’ stato beatificato il 27 aprile 2019 a La Rioja in Argentina unitamente a due sacerdoti e a un laico che erano stati assassinati pochi giorni prima di lui. Su un testimone di fede, di pace e di giustizia di questo livello mancava un libro in italiano. Ecco il motivo per cui, dopo avere scritto di Oscar Romero e di Marianella Garcia Villas, di Helder Camara e di Juan Gerardi, mi sono dedicato alla sua figura. In un tempo in cui il rumore delle armi è assordante, penso sia quanto mai importante proporre le testimonianze degli operatori di pace, come è stato appunto Enrique Angelelli”.
Fu ucciso o si trattò di un incidente stradale?
“Enrique Angelelli fu assassinato. Vediamo cosa accadde. Il 4 agosto 1976, dopo avere celebrato la messa a Chamical (diocesi di La Rioja, Argentina) in memoria di due suoi sacerdoti assassinati dai militari, mons. Angelelli si mette al volante della propria auto, per tornare a La Rioja. Lo accompagna il vicario episcopale, Arturo Pinto. Ha con sé una borsa di documenti importanti, che attestano le minacce che i due sacerdoti assassinati pochi giorni prima avevano ricevuto e provano che gli autori dell’eccidio sono le Forze Armate o comunque i gruppi paramilitari ad esse collegati.
Alle due del pomeriggio, lungo la strada nazionale 38 (oggi ribattezzata ‘Ruta mons. Enrique Angelelli’), nella località di ‘Punta de los Llanos’, una Peugeot 404 di colore chiaro affianca l’auto del vescovo e la spinge fuori strada, facendola ribaltare. Il corpo di mons. Angelelli verrà trovato a 25 metri di distanza, presumibilmente trascinato fin lì da qualcuno, che poi lo aveva colpito a morte. Ai civili e ai giornalisti viene impedito di avvicinarsi al luogo. Subito la polizia dichiara che si tratta di un incidente stradale e il caso viene archiviato.