Roma , venerdì, 2. febbraio, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Secondo l'enciclopedia cattolica online la Festa della Candelora è "chiamata anche Festa della Purificazione di Maria (in greco, Hupapante) e Festa della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio". Una festa davvero sentita in Italia e anche in altre parti del mondo, specialmente in Spagna, nell'isola di Tenerife. Due pastori trovarono nel 1400 una statua lignea della Madonna sulla spiaggia di Chimisay, chiamata successivamente la Madonna della Candelaria, e da lì parte ogni anno una grande celebrazione.
Perché questo nome? La Candelora? Nella celebrazione liturgica si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti". Il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.
“Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”, aveva detto Simeone un "uomo giusto e timorato di Dio" che riconobbe in Gesù bambino il Messia.
Anche se l'origine di questa festa non è ancora del tutto determinata, e si fonde tra il religioso e il pagano, si sa che nel X secolo le processioni a lume di candela tenute in onore della Vergine erano molto popolari e in alcuni luoghi venivano celebrate con grande solennità. Le candele erano anche un rito che preparavano contadini e agricoltori a prepararsi alla primavera, alla nuova stagione che stava arrivando, alla luce.
"Lasciamo per ora agli studiosi ed ai meditativi ripensare l’origine della festa, che prima forse rivolse a Maria il culto cristiano e che, teste una pia vedova romana, Vicellia, alla metà del quinto secolo, associò al rito la processione con le candele: "festum occursus Salvatoris nostri Dei cum candelis" e fermiamo per un istante il pensiero sul significato che ciascuno di voi vuol dare all’offerta del proprio cero nelle Nostre mani", spiegava San Paolo VI in un’omelia del 2 febbraio 1968.