Città del Vaticano , lunedì, 29. gennaio, 2024 11:00 (ACI Stampa).
Chi protesta con veemenza sulla dichiarazione Fiducia Supplicans sulle benedizioni delle coppie irregolari appartiene a “piccoli gruppi ideologici”. Non esiste una “guerra giusta”, ma un diritto a difendersi, e tuttavia in Terrasanta sarebbe già un risultato avere una prima tregua. Il viaggio in Argentina è “tra parentesi”, mentre ci sarà quello in Belgio e quello in Indonesia, Papua Nuova Guinea e Timor Est ad agosto, che il Papa già programmava nel 2020. Parlando con il quotidiano La Stampa, Papa Francesco affronta tutte le questioni “calde” degli ultimi tempi.
Sulla Terrasanta, Papa Francesco ricorda l’accordo di Oslo, sottolinea che “finché non si applica quell’intesa” che prevede due Stati “la pace resta lontana”. Ma no, non è bene definire “una guerra giusta”, il Papa preferisce dire che è legittimo difendersi “evitando di giustificare le guerre che sono sempre sbagliate”, e che in Terrasanta si tema l’escalation, “una tregua sarebbe già un buon risultato”, e il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è definito dal Papa “una figura cruciale”, definisce “prioritaria la liberazione degli ostaggi israeliani”.
Per l’Ucraina, Papa Francesco ricorda che “la Santa Sede sta cercando di mediare per lo scambio di prigionieri e il rientro di civili ucraini”.
La dichiarazione Fiducia Supplicans vuole invece includere, dice il Papa, e osserva che le critiche al documento vengono da “piccoli gruppi ideologici”, mentre gli africani sono “un caso a parte”, dato che ”per loro l’omosessualità è qualcosa di ‘brutto’ dal punto di vista culturale, non la tollerano”.
Il Papa confida che “che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione» che «vuole includere, non dividere. Invita ad accogliere e poi affidare le persone, e affidarsi, a Dio”.