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Papa Francesco su Terrasanta, Fiducia Supplicans, prossimi viaggi

Intervista a tutto campo del Papa a un quotidiano italiano. Dal dibattito su Fiducia Supplicans alla pace in Medio Oriente, passando per i prossimi viaggi

Papa Francesco | Papa Francesco | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | Papa Francesco | Vatican Media / ACI Group

Chi protesta con veemenza sulla dichiarazione Fiducia Supplicans sulle benedizioni delle coppie irregolari appartiene a “piccoli gruppi ideologici”. Non esiste una “guerra giusta”, ma un diritto a difendersi, e tuttavia in Terrasanta sarebbe già un risultato avere una prima tregua. Il viaggio in Argentina è “tra parentesi”, mentre ci sarà quello in Belgio e quello in Indonesia, Papua Nuova Guinea e Timor Est ad agosto, che il Papa già programmava nel 2020. Parlando con il quotidiano La Stampa, Papa Francesco affronta tutte le questioni “calde” degli ultimi tempi.

Sulla Terrasanta, Papa Francesco ricorda l’accordo di Oslo, sottolinea che “finché non si applica quell’intesa” che prevede due Stati “la pace resta lontana”. Ma no, non è bene definire “una guerra giusta”, il Papa preferisce dire che è legittimo difendersi “evitando di giustificare le guerre che sono sempre sbagliate”, e che in Terrasanta si tema l’escalation, “una tregua sarebbe già un buon risultato”, e il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è definito dal Papa “una figura cruciale”, definisce “prioritaria la liberazione degli ostaggi israeliani”.

Per l’Ucraina, Papa Francesco ricorda che “la Santa Sede sta cercando di mediare per lo scambio di prigionieri e il rientro di civili ucraini”.

La dichiarazione Fiducia Supplicans vuole invece includere, dice il Papa, e osserva che le critiche al documento vengono da “piccoli gruppi ideologici”, mentre gli africani sono “un caso a parte”, dato che ”per loro l’omosessualità è qualcosa di ‘brutto’ dal punto di vista culturale, non la tollerano”.

Il Papa confida che “che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione» che «vuole includere, non dividere. Invita ad accogliere e poi affidare le persone, e affidarsi, a Dio”.

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Papa Francesco conferma i prossimi viaggi in Belgio, e Timor Est, Papua Nuova Guinea e Indonesia ad agosto, mentre definisce “tra parentesi” l’ipotesi del viaggio in Argentina. Il Papa incontrerà il presidente argentino Milei nei prossimi giorni, subito dopo la canonizzazione della santa argentina “Mama Antula” prevista per l’11 febbraio, ed sostiene che è pronto a dialogare con lui, non sentendosi offeso dalle dichiarazioni contro di lui di Milei in campagna elettorale.

Il Papa poi ricorda che il suo intervento sulla Chiesa in uscita nel Conclave di 11 anni fa fece scaturire un applauso, e sottolinea che però non si era “accorto della campagna che stava nascendo per eleggermi. Fino al pranzo del 13 marzo, qui a Casa Santa Marta, alcune ore prima della votazione decisiva. Mentre stavamo mangiando mi hanno posto due o tre interrogativi ‘sospetti’… Allora nella mia testa cominciavo a dirmi: ‘Qui sta accadendo qualcosa di strano…’. Ma sono comunque riuscito a fare una siesta. E quando mi hanno eletto ho avuto una sorprendente sensazione di pace dentro di me”.