Città del Vaticano , giovedì, 25. gennaio, 2024 12:40 (ACI Stampa).
Papa Francesco presiede l’inaugurazione del 95° Anno Giudiziario del Tribunale della Rota Romana e il suo discorso ai Prelati Uditori si può riassumere in una parola: discernimento. Da fare “in ginocchio”. E preghiera. Perché “la preghiera del giudice è essenziale al suo compito. Se un giudice non prega o non può pregare, meglio che vada a fare un altro mestiere”.
Papa Francesco propone più volte nel suo discorso il tema del discernimento. "Intendo mettere a fuoco quel discernimento specifico che tocca a voi realizzare nell’ambito dei processi matrimoniali, concernente l’esistenza o meno dei motivi per dichiarare la nullità di un matrimonio”. commenta il Papa.
"È un tema sempre attuale, che ha interessato anche l’ambito dell’attuata riforma dei processi di nullità matrimoniale nonché la pastorale familiare, ispirata alla misericordia verso i fedeli che si trovano in situazioni problematiche. D’altra parte, l’abolizione del requisito di una doppia sentenza conforme nelle cause di nullità, l’introduzione del processo più breve davanti al Vescovo diocesano, nonché lo sforzo per snellire e rendere più accessibile l’operato dei tribunali, non devono essere fraintesi e mai deve venir meno l’esigenza di servire i fedeli con un ministero che li aiuti a cogliere la verità sul loro matrimonio", sottolinea Francesco.
"Il compito di giudicare spesso non è facile. Bisogna affrontare questo compito con coraggio e lucidità ma, prima di tutto, è decisivo contare sulla luce e la forza dello Spirito Santo. Cari giudici, senza preghiera non si può fare il giudice. Senza preghiera non si può fare il giudice. Se qualcuno non prega, per favore, si dimetta… è meglio così”. “E un giudice che non sa mettersi in ginocchio è meglio che si dimetta. Si fa in ginocchio", dice il Papa.
“Il discernimento del giudice richiede due grandi virtù: la prudenza e la giustizia, che devono essere informate dalla carità”, aggiunge il Pontefice.