Roma , lunedì, 22. gennaio, 2024 9:00 (ACI Stampa).
“La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano ‘saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro’… La scienza e la tecnologia manifestano in modo particolare tale qualità fondamentalmente relazionale dell’intelligenza umana: sono prodotti straordinari del suo potenziale creativo”.
Partendo da questo passo iniziale del messaggio per la 57^ Giornata mondiale della pace dal titolo ‘Intelligenza artificiale e pace’, dialoghiamo con la grafica pubblicitaria, Mariella Matera, fondatrice del blog ‘Alumera’ e partecipante all’esperienza del sinodo digitale ‘La Chiesa ti ascolta’: in quale modo l’Intelligenza Artificiale può essere via verso la pace?
“Ci ricorda papa Francesco nel 57° Messaggio per la giornata mondiale della pace che ‘L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza (cfr Gen. 1, 26) e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza’. Così l’intelligenza artificiale, che è proprio il progresso scientifico dell’intelligenza umana e della sua conoscenza, può essere via verso la pace solo se utilizzata per il bene comune, solo se impiegata per garantire uguale libertà e uno sviluppo più equo tra le popolazioni.
Immagino, per esempio, il bene che può portare un processo intelligente di energia rinnovabile per il pianeta, per i paesi sottosviluppati; il bene se gli algoritmi non sfruttassero i bisogni della gente solo per puro profitto ma per dare soluzioni che soddisfino umanamente quei bisogni. Può essere via per la pace solo se usata come strumento di costruzione, di condivisione e non di divisione, distruzione o alienazione.
Il rischio è che la facilità di operazione, di elaborazione che ci permette l’Intelligenza Artificiale ci accomodi in uno stato in cui non sentiamo più il bisogno dell’altro. Che ci convinca che lo strumento ci basti. Chiedendo sempre di più alla macchina, rischiando di perderci come uomini. Ho trovato un passaggio toccante nel messaggio del papa che credo sia un punto cruciare per l’uso e lo sguardo di questa tecnologia che avanza inesorabile: il rischio di un ‘cuore artificiale’.Se smettiamo di vedere (e sentire) l’altro come una risorsa ma lo percepiamo solo come un rallentamento al processo, il rischio è che il nostro cuore smetta veramente di amare. E senza amore non c’è pace. Quindi penso che l’Intelligenza Artificiale può essere via di pace solo nella misura in cui c’è anche l’altro nel suo uso”.