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"La stelletta", la bottega delle meraviglie nel cuore di Roma per "insoliti apprendisti"

La Stelletta è una cooperativa sociale onlus di formazione, produzione e lavoro, nata nel 1985. Leggi la storia di queste artigiane che "hanno messo a lavorare" ragazzi speciali

I ragazzi alla stelletta |  | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú
I ragazzi alla stelletta | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú
I ragazzi alla Stelletta |  | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú
I ragazzi alla Stelletta | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú
Francesco Porcelli alla Stelletta |  | Sito La Stelletta
Francesco Porcelli alla Stelletta | Sito La Stelletta
Uno dei lavori della Stelletta |  | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú
Uno dei lavori della Stelletta | Veronica Giacometti e Almudena Martínez-Bordiú

Un gruppo di artigiane nel cuore di Roma ha messo su davvero un bel progetto. Ha messo a lavorare degli insoliti “apprendisti”, ha investito nell'artigianato e nella produzione di ceramiche, porcellane, oggetti d'arte. Tutto questo accade presso "La Stelletta", la bottega delle meraviglie in Piazza Campo Marzio a Roma.

La Stelletta è una cooperativa sociale onlus di formazione, produzione e lavoro, nata nel 1985 dalla scelta di un gruppo di genitori e di tre artigiane "che hanno unito le loro risorse umane, artistiche ed economiche per amore dei propri figli nati con disabilità mentale".

"Piano piano ci si è trasformati in una bottega artigiana e ognuno ha scoperto le proprie capacità: c'è chi colora, chi disegna, chi scartavetra, chi inventa...il lavoro delle mani nel rispetto dei limiti e la fiducia di poterli superare, porta alla creazione dei nostri oggetti, belli, durevoli, armoniosi", si legge nel volontino di presentazione della bottega e del laboratorio.

Perché arrivati in questa bella piazza romana ci si trova davanti ad un negozio e a una "scuola", un laboratorio. Ad accoglierci con un gran sorriso è Alessandra Del Vecchio, responsabile e ceramista che lavora da 20 anni alla Stelletta.

“Trenta anni fa non c’era alternativa per i ragazzi con sindrome di Down e i genitori hanno pensato a questo laboratorio per tenerli occupati. Prima principalmente veniva lavorata l’argilla, poi si sono aggiunti davvero tanti ragazzi e questa cosa nata come passatempo è diventato un vero e proprio lavoro. Presso il laboratorio si impara a lavorare sul biscotto, ossia la ceramica grezza che deve essere lavorata. Si sono aggiunti tanti altri ragazzi con la sindrome di down e per questo abbiamo pensato ad un negozio dove poter vendere le cose. Così abbiamo trasformato questa iniziativa in una cooperativa sociale”, spiega Alessandra ad ACI stampa e ACI Prensa.

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“Loro sono bravi, hanno raggiunto delle tecniche di lavorazione avanzate, così ci siamo espansi continuando questo bel percorso. Oltre alla ceramica e al modellato, abbiamo anche una cesteria. Ognuno di loro ha un suo decoro personale. Ma lavoriamo insieme, siamo tre artigiani che lavorano con altri 8 artigiani, diciamo sì con disabilità. Noi puntiamo molto sul lavoro, perché loro hanno imparato a fare un mestiere. Sono artigiani, hanno imparato a produrre. Tutto questo naturalmente ha tante difficoltà, noi per fortuna siamo in un posto molto centrale, siamo in un crocevia a Roma e molti ci apprezzano. Grazie a Dio a Natale abbiamo svuotato il negozio, noi viviamo di questo, qui paghiamo anche un affitto. Ci sosteniamo così”, commenta ancora Alessandra.

Come possiamo aiutare questa cooperativa sociale? “Sicuramente con la buona volontà? – risponde l’artigiana - Abbiamo delle volontarie alle quali chiediamo di stare in negozio, anche se abbiamo una commessa fissa di pomeriggio. Ma le volontarie ci danno una mano ed è anche utile per i ragazzi, per la loro socialità. Per loro è importantissimo, dal lunedì al venerdì hanno un impegno, stanno qui, imparano un mestiere. È un modo per conoscere e farsi conoscere. Chi viene ad acquistare da noi acquista un oggetto che ha un valore superiore. Loro hanno un loro piccolo stipendio, firmano la loro busta paga”, dice ancora Alessandra nel suo laboratorio.

In realtà, insieme alle ceramiche, chi si occupa di questo bel progetto vende speranza. Speranza di un mondo migliore, dove la diversità non è un handicap, ma colore e sapori nuovi.

“ Siamo diventati una comunità e l’unico nostro scopo è andare avanti. Siamo un insieme di energie, anche quelle dei genitori, che si uniscono e danno forma ai sogni dei loro figli. Alcuni di loro erano piccoli, ora sono tanti anni che sono qui con noi. Poi loro sono bravi, perché davvero mettono a frutto la loro abilità e la loro creatività”, conclude Alessandra.

Tutto questo succede quando un progetto educativo e produttivo acquista la giusta visibilità sociale e chiede di andare avanti per aiutare tutti quei ragazzi che chiedono di mantenere solo un’attività e un compito da svolgere. Noi ci guadagniamo questi “pezzi unici”.

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