Gerusalemme , venerdì, 15. gennaio, 2016 12:00 (ACI Stampa).
“Non siete dimenticati”. I vescovi del Coordinamento Terrasanta si rivolgono ai cristiani che ancora calpestano la terra che calpestò Cristo. Tra mille difficoltà. Il loro messaggio giunge al termine di una intensa settimana che li ha portati per due Giorni a Gaza, ma anche in Siria e in Iraq a visitare i rifugiati, ma non nelle comunità dietro il muro di Cremisan, dove pure sarebbero voluti andare.
È il segnale dell’attenzione sempre più grande verso la Terrasanta e il Medio Oriente in generale. Anche i vescovi europei avevano voluto tenere lì la loro plenaria a settembre, e non è un caso che mons. Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ha sottolineato in una intervista al Sir gli scorsi giorni che “cresce la sensibilità delle Chiese nei confronti della Terrasanta.
I vescovi del Coordinamento Terra Santa riprendono l’appello della Laudato Si, ricordano che il mondo è “sempre più unificato”, sottolineano che “qui, in questa Terra Santa per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, ci è stato ricordato durante la nostra visita, la presenza duratura della Chiesa tra i deboli, i vulnerabili e quanti sono troppo spesso dimenticati”.
I vescovi portano con loro le esperienze e le storie ascoltate: dai due giorni a Gaza, alla visita alla comunità di Madaba in Giordania che accoglie molte famiglie di rifugiati iracheni, all’incontro con i preti e il patriarcato in Giordania al Fuheis.
L’impegno della Chiesa cattolica in Terra Santa è straordinario. L’impatto dei rifugiati sulle Caritas, specialmente in Giordania, è stato enorme, eppure si continuano a dare aiuti. La guerra in Siria, il conflitto in Iraq, fanno della Terrasanta un luogo da cui i cristiani fuggono, piuttosto che un luogo in cui restano.