Roma , venerdì, 12. gennaio, 2024 18:00 (ACI Stampa).
Lo hanno definito in tanti modi, il San Francesco di Palermo, il povero tra i poveri, l’eremita contestatore…In realtà Biagio Conte è stato tutto questo forse molto altro ancora. Impossibile definire compiutamente un uomo che ha cambiato sempre la sua vita, seguendo la luce dell’amore per Dio e per gli uomini. A un anno dalla sua morte il giornalista e saggista Michelangelo Nasca ha scritto, per le Edizioni Messaggero Padova (EMP) il volume Biagio Conte. Il missionario laico, povero tra i poveri , una raccolta di testi scelti di quell’«anima innamorata di Dio e decisa a offrire le energie di un’intera esistenza per aiutare gli ultimi».
Emerge un vivido ritratto di fratel Biagio, figlio di un imprenditore siciliano, nato a Palermo nel 1963, che a 26 anni aveva deciso di lasciare tutto per iniziare a vivere povero con i poveri, iniziando il suo cammino di fede rifugiandosi nel silenzio. Così lui stesso raccontava la sua scelta decisamente controcorrente, poi concretizzato anche in una realtà di accoglienza e di servizio: «La Missione nasce dall’esperienza profonda di chi ha incominciato a cercare la verità, la vera libertà e la vera pace, distaccandosi dal mondo materialistico e consumistico. Stanco e dalla vita mondana che conducevo, ho
sentito nel cuore di lasciare tutto e tutti; me ne andai via dalla casa paterna il 5 maggio 1990 a 26 anni, con l’intenzione di non tornare più nella città di Palermo, perché questa città e società mi avevano tanto ferito e deluso. Mi addentrai tra la natura e le montagne all’interno della Sicilia, iniziando un’esperienza di eremitaggio tra montagne, laghi, fiumi, sotto il sole, la luna e le stelle. Poi successivamente cominciai a sentire sempre più che Gesù (quell’uomo giusto che
ha donato la vita per noi) mi portava con lui per fare una esperienza che successivamente avrebbe stravolto tutta la mia vita; ho camminato molto scaricando le tensioni e le scorie della vita mondana, nel silenzio e nella meditazione mi sentivo sempre più libero e pieno di pace, non avevo nulla con me, eppure era come se avessi tutto».
«Come spinto da un vento impetuoso – raccontava ancora – ho iniziato a camminare, da pellegrino, attraverso le regioni dell’Italia fino ad arrivare ad Assisi, da san Francesco, a cui ho tanto sentito di ispirarmi per la sua profonda umiltà e semplicità e per l’aver donato la sua vita per Gesù e per il nostro prossimo. Durante il lungo viaggio ho incontrato diversi poveri e trasandati che mi riportarono alla mente quei volti poveri e sofferenti che vedevo nella città di Palermo. Pian piano, cominciai a capire il progetto “Missione”: dedicare la mia vita per i più poveri dei poveri».
Era possibile incontrarlo sotto i portici della stazione centrale di Palermo, indaffarato a prendersi cura dei poveri e dei senza fissa dimora, emarginati e abbandonati al loro destino. Attorno alla sua scelta di vita è nato un fruttuoso movimento di solidarietà, espressione concreta del percorso di vita cristiana vissuto in totale abbandono alla volontà di Dio, assistito e seguito dalla sua divina Provvidenza. Come viene efficacemente viene descritto nei testi raccolti nell’antologia edita da EMP curata da Nasca, che raccoglie e ordina le testimonianze scritte di fratel Biagio. Conte morì il 12 gennaio 2023, all’età di 59 anni, dopo averne trascorsi 33 della sua esistenza amando Cristo nel volto dei fratelli, e dopo aver realizzato a Palermo la Missione di Speranza e Carità con ben dieci sedi sparse per la Sicilia, centinaia di persone sfamate ogni giorno.
Nel ricordo dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, questo uomo senza timori e senza limiti nel suo amore era proprio «un mite, potente lottatore», «non aveva niente. Non gli mancava nulla. Solo i poveri, la pace e la giustizia erano le sue passioni. Biagio Conte è stato il depositario di una missionarietà laica vissuta in completo abbandono alla volontà di Dio, con lo sguardo orientato verso una carità che – rivolta al prossimo – diventa partecipazione alla regalità di Cristo».