Fra’ John Dunlap nota che l’Ordine attribuisce non solo importanze alle relazioni con le ambasciate accreditate, ma anche alle relazioni informali con gli altri Paesi amici, e la priorità è quella di “aumentare il numero dei Paesi con cui abbiamo relazioni diplomatiche, oggi pari a un gruppo di 113 Paesi che rappresenta quasi il 60% dei membri delle Nazioni Unite. Questo numero è triplicato negli ultimi 40 anni, passando da 42 nel 1981 agli attuali 113. Il caso più recente è quello della Repubblica del Gambia, con cui abbiamo sottoscritto un accordo lo scorso settembre”.
E l’aumento delle relazioni serve – dice il Gran Maestro – perché “noi possiamo rispondere in modo più efficace alle crisi umanitarie nei Paesi con cui intratteniamo rapporti diplomatici. È un mio grande desiderio, e mi adopererò duramente per trasformare questo desiderio in realtà, che l’Ordine stabilisca rapporti con più Paesi e organizzazioni regionali”.
Quali sono le attività umanitarie dell’Ordine? Fra’ Dunlap ne fa un’ampia disamina, ricordandone la natura globale, mettendo in luce anche la sfida dei “nuovi poveri”, i poveri che vivono in Paesi ricchi e che rappresentano “una realtà sociale drammatica”.
Ma l’ordine di Malta “crede in un ordine internazionale basato sui principi della fraternità umana e della solidarietà”, e per questo “rispetta le norme del Diritto internazionale umanitario e si riconosce nelle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite”, in quanto “soltanto un sistema internazionale basato su principi e regole e su meccanismi di mutua cooperazione, mediazione e risoluzione pacifica dei conflitti può garantire il godimento dei diritti umani e una vita dignitosa. Per vita dignitosa intendo la disponibilità dei servizi essenziali, quali istruzione, sanità, condizioni per una crescita economica sostenibile”.
L’Ordine di Malta sottolinea che “la cooperazione internazionale e il rispetto dei principi universali devono essere adottati per fronteggiare in modo efficace la migrazione, la salute mondiale, il debito, il cambiamento climatico, la transizione energetica e le tante sfide – così come le enormi opportunità – poste dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale”, e lamenta che “il sistema internazionale sembra muoversi nella direzione opposta”.
”Ci troviamo davanti – argomenta Fra’ John Dunlap - a una maggiore frammentazione, a nuove divisioni, a competizione e rivalità strategiche. L’Ordine è profondamente preoccupato per la resistenza opposta allo spirito di cooperazione internazionale. Questo è particolarmente vero quando vediamo le Nazioni Unite fronteggiare situazioni dove il suo mandato per la Pace e la Sicurezza non può essere assolto a causa delle divisioni all’interno del Consiglio di Sicurezza”.
Si può notare che “i rischi di instabilità e le zone di crisi e di conflitto sono in aumento”, provocando “immense tragedie umanitarie”. Ma – aggiunge il Gran Maestro – “quando una crisi sfocia in un conflitto, le conseguenze più gravi ricadono sui civili, e in particolare sui gruppi più vulnerabili: bambini, donne, anziani e disabili”, come succede in Ucraina e Gaza dove “nessuna infrastruttura civile o servizio sociale viene risparmiato: case, scuole, ospedali, fabbriche, strade e altro”.
Nota Fra’ Dunlap che “di recente siamo stati testimoni dell’attacco deliberato all’infrastruttura energetica, con l’obiettivo di tagliare forniture energetiche vitali alla popolazione civile nel mezzo delle più difficili condizioni meteorologiche e di vita”, e “abbiamo anche visto ospedali e operazioni di soccorso presi di mira dai combattenti con effetti devastanti”, una situazione che “va contro la nozione stessa di comportamento umano etico”.
Per questo, “il Sovrano Ordine di Malta ribadisce il proprio impegno per un sistema internazionale basato su regole e principi di fraternità, cooperazione e solidarietà”, e in particolare sollecita “il rispetto del diritto internazionale, del diritto internazionale umanitario e delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite”, mettendo in campo anche ogni possibile sforzo diplomatico.
Il Gran Maestro ribadisce che “la comunità internazionale deve fare di più”, sottolinea che “tutte le entità e organizzazioni, il cui mandato e vocazione siano profondamente radicati nella missione umanitaria, dovrebbero lavorare insieme per garantire un maggiore impatto e un più forte impegno di advocacy nei confronti di leader politici, media, istituzioni educative e altri canali di comunicazione pubblica”, ammonisce che “i principali fora internazionali, quali il G7, il G20 e altri, dovrebbero essere costantemente invitati dai sostenitori degli aiuti umanitari a rivolgere l’attenzione sulle terribili conseguenze umanitarie e sociali delle guerre e dei conflitti”.
“Apolitico e neutrale”, l’Ordine di Malta non si dice “insensibile alla violenza e all’ingiustizia”, né “distoglie lo sguardo dalle tragedie umane e dalle responsabilità che ne sono causa”.
In quali scenari è più attivo l’Ordine? Fra’ John Dunlap ricorda la mobilitazione delle risorse a livello mondiale dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, sfociata in una “vasta operazione umanitaria” che ha avuto luogo negli ultimi due anni, e che ha toccato anche i Paesi confinanti per assistere rifugiati e sfollati interni, coinvolgendo oltre 60 centri nella stessa Ucraina per una operazione del valore di 60 milioni di euro.
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Quindi, la situazione in Terrasanta, cui l’Ordine attribuisce “speciale importanza”. Gli attacchi del 7 ottobre hanno “lasciato inorriditi”, perché “nessun trattamento ingiusto, per quanto estremo, può mai giustificare la violenza, la brutalità e la mancanza di compassione umana che hanno contraddistinto quegli atroci atti di terrorismo. Noi esprimiamo la nostra solidarietà alle famiglie delle vittime e agli ostaggi ancora detenuti dai gruppi terroristici”.
Ma – nota Fra’ John Dunlap – “le scene di distruzione, morte ed enorme sofferenza umana che abbiamo visto a Gaza nelle settimane successive violano i principi di umanità. Vanno contro le norme del diritto internazionale umanitario e il dovere di proteggere la vita degli esseri umani, anche nelle situazioni di conflitto più difficili”.
L’Ordine afferma la volontà di mettere a disposizione le proprie risorse per rispondere all’emergenza umanitaria a Gaza “appena le condizioni sul terreno lo consentiranno”, portando intanto avanti il lavoro “prezioso e inestimabile” all’Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, nonostante le molte difficoltà.
Il Gran Maestro, infine, definisce il valore della diplomazia religiosa, partendo dal presupposto che l’Ordine “deve essere apprezzato in tutti i suoi aspetti”, ovvero “come un Ordine religioso della Chiesa cattolica romana; come Entità sovrana ai sensi del diritto internazionale, riconosciuta dalle Nazioni Unite e da 113 Paesi in tutto il mondo; e con la missione di servire gli ammalati e i poveri, dalle mense locali alle più complesse operazioni di soccorso in caso di crisi internazionali”.
Parte fondamentale di questa “diplomazia religiosa” risiede nel dialogo interreligioso, e “l’impegno e gli sforzi straordinari di quasi 100.000 volontari dell’Ordine di Malta in tutto il mondo sono un esempio di religione che ispira Pace e Giustizia”.