Ma ci sono anche disastri imputabili all’uomo, dice Papa Francesco, come “la deforestazione dell’Amazzonia”, e da qui viene il collegamento con la COP 28 di Dubai, cui il Papa non ha potuto partecipare per una bronchite. Il Papa ha scritto una esortazione apostolica, la Laudate Deum, per prepararlo, e sottolinea anche di fronte agli ambasciatori che “la crisi climatica esige una risposta sempre più urgente e richiede il pieno coinvolgimento di tutti quanti, così come dell’intera comunità internazionale”.
Papa Francesco apprezza anche il documento finale della Conferenza, lo definisce “un passo incoraggiante” che rivela che si può “rivitalizzare il multilateralismo attraverso la gestione climatica globale”.
Le migrazioni
Papa Francesco poi guarda alla questione delle migrazioni, anche questo un tema costante del suo pontificato – tanto che aveva creato una apposita sezione “Migranti e Rifugiati” sotto la sua responsabilità. Il Papa ne ricorda i percorsi più comuni (dal Sahara al confine tra Colombia e Panama, al confine tra Messico e Stati Uniti al “grande cimitero” del Mediterraneo).
La questione migrazioni è l’occasione per il Papa di ricordare il suo viaggio a Marsiglia per gli Incontri Mediterranei, laddove il Papa ha chiesto che il Mar Mediterraneo sia piuttosto “un laboratorio di pace”, ricordando che la vocazione del Mare Nostrum non è “quella di essere una tomba, ma un luogo di incontro e di arricchimento reciproco fra persone, popoli e culture”.
Papa Francesco ammette comunque che la regolamentazione sia “regolamentata”, ricorda che il primo diritto è quello di “rimanere nella propria patria”, sottolinea che “nessun Paese può essere lasciato solo, né alcuno può pensare di affrontare isolatamente la questione attraverso legislazioni più restrittive e repressive” – in questo, il Papa plaude al Patto per la Migrazione e l’Asilo dell’Unione Europea, che pure ha dei limiti.
La politica della vita come via per la pace
Via per la pace è anche il rispetto della vita, “di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio”. Papa Francesco denuncia quindi come “deprecabile” la pratica della cosiddetta “maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto”. Per questo, il Papa chiede un bando universale della maternità surrogata.
Papa Francesco ribadisce che “in ogni momento della sua esistenza, la vita umana deve essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati”.
I diritti umani via della pace
Papa Francesco chiede poi di rispettare i diritti umani – la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ha appena compiuto 75 anni – e denuncia “i tentativi occorsi negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti con quelli originalmente definiti e non sempre accettabili”, cosa che “ha posto in atto fenomeni di colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”.
Sono “colonizzazioni ideologiche” che “provocano ferite e divisioni tra gli Stati, anziché favorire l’edificazione della pace. Il dialogo, invece, deve essere l’anima della Comunità internazionale. L’attuale congiuntura è anche causata dall’indebolimento di quelle strutture di diplomazia multilaterale che hanno visto la luce dopo il secondo conflitto mondiale. Organismi creati per favorire la sicurezza, la pace e la cooperazione non riescono più a unire tutti i loro membri intorno a un tavolo”.
Il Papa mette in luce il rischio di una “monadologia” e la frammentazione in club che lasciano entrare solo Stati ritenuti ideologicamente affini, mentre le polarizzazioni ideologiche rischiano di mettere in crisi anche quegli organismi finora efficienti. Ci vuole dialogo, e questo “richiede pazienza, perseveranza e capacità di ascolto, ma quando ci si adopera nel tentativo sincero di porre fine alle discordie, si possono raggiungere risultati significativi” – il Papa fa l’esempio dell’Accordo di Belfast, meglio noto come Accordo del Venerdì Santo, firmato dai Governi britannico e irlandese, di cui, lo scorso anno, si è ricordato il 25° anniversario.
Le elezioni del 2024
Sono molti gli Stati, in Europa e fuori Europa, che sono chiamati ad elezioni, “momento fondamentale della vita di un Paese, perché consentono a tutti i cittadini di scegliere responsabilmente i propri governanti”. Papa Francesco chiede a quanti sono chiamati alle urne di avvertire “come loro precipua responsabilità quella di contribuire all’edificazione del bene comune, attraverso una partecipazione libera e consapevole alle votazioni”.
Dialogo interreligioso via della pace
Papa Francesco sottolinea che anche il dialogo interreligioso è via per la pace, e che questo richiede prima di tutto “la tutela della libertà religiosa e il rispetto delle minoranze”. Il Papa nota con colore che cresce il numero di Paesi “che adottano modelli di controllo centralizzato sulla libertà di religione, con l’uso massiccio di tecnologia”, mentre in alcuni luoghi “le comunità religiose minoritarie si trovano sovente in una situazione sempre più drammatica”, e persino “in alcuni casi sono a rischio di estinzione, a causa di una combinazione di azioni terroristiche, attacchi al patrimonio culturale e misure più subdole come la proliferazione delle leggi anti-conversione, la manipolazione delle regole elettorali e le restrizioni finanziarie”.
Papa Francesco si dice preoccupato della crescita di atti di antisemitismo, una piaga che "va sradicata dalla società", nota il proliferare delle leggi anti-conversione, e mette in luce la “crescita della persecuzione e della discriminazione nei confronti dei cristiani, soprattutto negli ultimi dieci anni”, notando che “nel complesso sono oltre 360 milioni i cristiani nel mondo che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, con sempre più cristiani costretti a fuggire dalle proprie terre d’origine”.
Educazione via per la pace
Il progetto del Global Compact sull’Educazione sembra ormai passato in secondo piano, ma il Papa continua a sottolineare che l’educazione è “il principale investimento sul futuro e sulle giovani generazioni”. E una delle sfide è “l’uso etico delle nuove tecnologie” che possono sia essere strumenti di divisione e di menzogna con le fake news, ma possono anche essere “mezzo di incontro, di scambi reciproci e un importante veicolo di pace”.
Per questo, l’intelligenza artificiale è al centro del tema della Giornata Mondiale della Pace di quest’anno “È indispensabile – afferma il Papa - che lo sviluppo tecnologico avvenga in modo etico e responsabile, preservando la centralità della persona umana, il cui apporto non può, né potrà mai essere rimpiazzato da un algoritmo o da una macchina”. È il motivo per cui “occorre dunque una riflessione attenta ad ogni livello, nazionale ed internazionale, politico e sociale, perché lo sviluppo dell’intelligenza artificiale si mantenga al servizio dell’uomo, favorendo e non ostacolando, specialmente nelle giovani generazioni, le relazioni interpersonali, un sano spirito di fraternità e un pensiero critico capace di adeguato discernimento”.
Sono importanti, in questo senso, le due Conferenze Diplomatiche dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, che avranno luogo nel 2024 e dove la Santa Sede parteciperà come Stato membro, perché – dice Papa Francesco – “per la Santa Sede, la proprietà intellettuale è basicamente orientata alla promozione del bene comune e non può svincolarsi da limitazioni di natura etica, dando vita a situazioni di ingiustizia e indebito sfruttamento”.
Infine, il Papa chiede di prestare “speciale attenzione” alla “tutela del patrimonio genetico umano, impedendo che si realizzino pratiche contrarie alla dignità dell’uomo, quali la brevettabilità del materiale biologico umano e la clonazione di esseri umani”.
Il Giubileo
L’accenno finale è per il Giubileo che ci si appresta a celebrare nel 2025, e che viene preceduto da un anno di preparazione. “Forse oggi più che mai – afferma Papa Francesco - abbiamo bisogno dell’anno giubilare. Di fronte alle numerose sofferenze elencate che provocano una grande disperazione non soltanto nelle persone direttamente colpite, ma in tutte le nostre società, di fronte ai nostri giovani, che invece di sognare un futuro migliore si sentono spesso impotenti e frustrati, e di fronte all'oscurità di questo mondo, che sembra diffondersi anziché allontanarsi, il giubileo è l’annuncio che Dio non abbandona mai il suo popolo e tiene sempre aperte le porte del suo Regno”.