Città del Vaticano , giovedì, 4. gennaio, 2024 13:00 (ACI Stampa).
Un chiarimento un po' stizzito quello che il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della fede Fernandez firma oggi come risposta alle molte fondate polemiche sulla "Fiducia supplicans". Un testo contorto e poco chiaro che oggi con un "comunicato stampa" inviato fuori del Bollettino della Sala Stampa e senza nessuna spiegazione, come del resto è stato per la Dichiarazione, cerca di mettere riparo.
Il cardinale fa capire che non c'è nessun attacco alla dottrina, e che nei paesi dove la omosessualità è contro la legge sta ai vescovi capire come proteggere i fedeli, etc, e dice che la novità sta nel fatto che si devono distinguere "due forme differenti di benedizioni: "liturgiche o ritualizzate" e "spontanee o pastorali". Nella Presentazione si spiega chiaramente che «il valore di questo documento è [...] quello di offrire un contributo specifico e innovativo al significato pastorale delle benedizioni, che permette di ampliarne e arricchirne la comprensione classica strettamente legata a una prospettiva liturgica». Questa «riflessione teologica, basata sulla visione pastorale di Papa Francesco, implica un vero sviluppo rispetto a quanto è stato detto sulle benedizioni nel Magistero e nei testi ufficiali della Chiesa»". Ecco il "pastoralismo", una benedizione molto "popolare" che alla fine non è nulla. Scrive Fernadez: " Sullo sfondo si situa la valutazione positiva della "pastorale popolare" che appare in molti testi del Santo Padre. In questo contesto, il Santo Padre ci invita a una valorizzazione della fede semplice del Popolo di Dio, che anche in mezzo ai suoi peccati esce dall'immanenza e apre il suo cuore per chiedere l'aiuto di Dio.
Per questa ragione, più che a riguardo della benedizione di coppie irregolari, il testo del Dicastero ha adottato l'alto profilo di una "Dichiarazione", che rappresenta molto di più di un responsum o di una lettera. Il tema centrale, che ci invita in modo particolare ad un approfondimento che arricchisca la nostra prassi pastorale, è la comprensione più ampia delle benedizioni e la proposta di accrescere le benedizioni pastorali, che non esigono le medesime condizioni delle benedizioni in un contesto liturgico o rituale. Di conseguenza, al di là della polemica, il testo richiede uno sforzo di riflessione serena, con cuore di pastori, scevro da ogni ideologia". Ecco il tono stizzito.
C'è poi una specie di indicazione pratica per queste "benedizioni": devono essere brevi, senza Rituale e senza Benedizionale. "Se si avvicinano insieme due persone per invocarla, semplicemente si chiede al Signore pace, salute e altri beni per queste due persone che la richiedono. Allo stesso tempo si chiede che possano vivere il Vangelo di Cristo in piena fedeltà e che lo Spirito Santo possa liberare queste due persone da tutto ciò che non corrisponde alla sua volontà divina e di tutto ciò che richiede purificazione". E deve scrivere ancora che questa "benedizione" "non pretende di giustificare qualcosa che non sia moralmente accettabile. Ovviamente non è un matrimonio, ma non è neanche un"‘approvazione” né la ratifica di qualcosa. È unicamente la risposta di un pastore a due persone che chiedono l’aiuto di Dio. Perciò, in questo caso, il pastore non pone condizioni e non vuole conoscere la vita intima di queste persone".
Ma viene da chiedersi: dove è la novità? I buoni sacerdoti hanno sempre cercato di avvicinare persone in stato di peccato per cercarne la conversione, in ogni modo. C'era davvero bisogno di confondere il cuore dei fedeli?