Roma , giovedì, 28. dicembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Il Natale, fonte d’ispirazione per molti poeti: sono tante, infatti, le pagine scritte, a macchina o a penna, che hanno delineato - nel corso della storia della letteratura - paesaggi natalizi entrati ormai nella memoria di ognuno. L’albero di Natale, il Presepe, il Bambino Gesù con la sua tenerezza, la neve che copre paesaggi montani o che si posa sui tetti cittadini: sono queste alcune delle immagini che ci hanno donato gli innumerevoli poeti che si sono confrontati sul Natale. Variazioni di tema su questo unico “soggetto” che desta, ogni anno, un prisma di sentimenti, tutti da catturrare, tutti da raccontare.
La geografia della poesia non conosce confini, lingue. E, l’Italia, la terra di Dante Alighieri, ha donato non poche voci poetiche sul Natale. Basterebbe sfogliare un qualsiasi libro di antologia letteraria per rendersene conto. Difficile una sintesi, ma necessaria. Si potrebbe cominciare con il crepuscolare Guido Gozzano che nella sua Natale descrive il Presepe, immancabile segno natalizio in ogni casa, con questi versi: “La pecorina di gesso,/ sulla collina in cartone,/ chiede umilmente permesso/ ai Magi in adorazione/ Splende come acquamarina/ il lago, freddo e un po’ tetro,/chiuso fra la borraccina,/ verde illusione di vetro”. Il poeta piemontese pone l'accento sulla costruzione fittizia del paesaggio del Presepe. In quel “verde di vetro” dell'immancabile lago - presente in ogni Presepe che si rispetti - troviamo tutta l’illusorietà della scenografia presepiale.
“Pace nella finzione e nel silenzio/ delle figure di legno: ecco i vecchi/ del villaggio e la stella che risplende,/ e l’asinello di colore azzurro./ Pace nel cuore di Cristo in eterno;/ ma non v’è pace nel cuore dell’uomo./ Anche con Cristo e sono venti secoli/ il fratello si scaglia sul fratello./ Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino/ che morirà poi in croce fra due ladri?”. Il poeta dell'Umano, Salvatore Quasimodo, si concentra sul tema della pace, tema disperatamente attuale visto il panorama che ci circonda. Il poeta triestino, premio nobel per la letteratura nel 1959, descrive tutta la malinconia del paesaggio presepiale: ci sono tutti i personaggi che copartecipano alla nascita del Salvatore che viene però soprattutto colto “nel pianto”, presagio della Crocifissione sul Golgota.
E sempre rivolta ai bambini è la poesia-filastrocca Lo zampognaro di Gianni Rodari: “Voglio che oggi non pianga/ nel mondo un solo bambino,/ che abbiano lo stesso sorriso/ il bianco, il moro, il giallino./ Sapete che cosa vi dico/ Io che non comando niente?/ Tutte queste belle cose/ Accadranno facilmente;/ se ci diamo la mano/ i miracoli si faranno/ e il giorno di Natale/ durerà tutto l’anno”. Lo scrittore piemontese sceglie una strada poetica del tutto particolare: non ci descrive i personaggi in primo piano come la Natività e altri importanti attori della scena del Presepe, ma pone la sua attenzione su quelle che potrebbero definirsi “comparse” come - appunto - lo zampognaro. L’aspirazione di Rodari è quella di vedere un mondo unito in fraternità, pace, solidarietà per poter avere così un Natale che non duri solamente un giorno, bensì “tutto l’anno”.
Due voci femminili per rendere in versi il Natale: sono Luisa Spaziani e Alda Merini, poetesse del Novecento italiano. La Spaziani guarda soprattutto alla figura materna della Vergine nella sua Voce di Maria, una voce però che è in silenzio, lasciando spazio alla descrizione del Bambino Gesù: “Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci/ e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:/ una voce che smuove e turba anche il cristallo,/ il mare, il sasso, il nulla inconsapevole”. Alda Merini che al Natale ha dedicato due poesie (Buon Natale e Natale 1989), ci descrive soprattutto un’umanità invisibile proprio nel giorno dedicato alla nascita del Bambino Gesù: “A Natale non si fanno cattivi/pensieri ma chi è solo lo vorrebbe saltare/ questo giorno./ A tutti loro auguro di/ vivere un Natale/ in compagnia./ Un pensiero lo rivolgo a/ tutti quelli che soffrono/ per una malattia./ A coloro auguro un/ Natale di speranza e di letizia”.