Roma , mercoledì, 27. dicembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
Il Presepe è pronto, attende solo il Bambino Gesù. L’albero di Natale, sfavillante di luci e colori, lì in un angolo di casa, è pronto ad accogliere i regali in silenzio. Tutte le case profumano di dolci e leccornie. Profumano di famiglia.
Questo è lo scenario che si presenta ogni anno in tutte le case del mondo perché - si sa bene - Natale è sempre Natale. Il quadro però ancora non è completo: manca qualcosa. Sia piccola o grande, sia essa grandissima o quasi invisibile, una libreria non può mancare nelle case: la sfilata di libri, uno dietro l’altro. E gli autori dei volumi possono essere davvero tanti, così come i soggetti letterari di quelle pagine. Ma in questi giorni di festa non si può non prediligere quegli autori che proprio al Natale hanno dedicato pagine memorabili, scene luminose, personaggi tratti dalla fantasia. Fra le righe scritte, fra le pagine “innevate” dall’estro creativo letterario, fanno capolino libri che hanno segnato l’infanzia, l’adolescenza e la maturità di ogni uomo. Molte volte le scene narrate sono diventate fotogrammi di film, altre volte hanno dato lo spunto per la coreografia di un balletto. Altre volte, invece, sono diventate opere teatrali. E la lista potrebbe proseguire ad libitum. Ma quali sono questi libri “natalizi”? Proviamo a farne una rapida, veloce, panoramica.
“La neve cadeva delicatamente per le strade, e le persone correvano a casa, con le braccia piene di scatole allegramente impacchettate con la carta dei negozi di giocattoli, negozi di caramelle, e panetterie. Perché era la vigilia di Natale, e come cadde il tramonto, i bambini di tutta la Germania si misero in silenziosa attesa della notte che stava per sopraggiungere, e con essa i doni di Gesù Bambino”: parole di Ernst T. A. Hoffmann contenute nel suo memorabile Lo Schiaccianoci e il re dei topi, un racconto pubblicato nel 1816. Successivamente entrerà a far parte della raccolta I confratelli di Serapione (quattro volumi usciti tra il 1819 e il 1821). Alexandre Dumas padre ne realizzò una sua versione: Histoire d'un casse-noisette (1845), questo il titolo che catturò la creatività del coreografo Marius Petipa che dal testo di Dumas trarrà il famoso balletto Lo schiaccianoci (1892) con musiche di Pëtr Il'ič Čajkovskij. Il racconto di Hoffmann, in una fibesca atmosfera natalizia, tra buonissimi dolciumi e il calore di un caminetto, racconta il Natale vissuto in casa Stahlbaum. Nel racconto-fiaba troviamo Fritz e Marie, i piccoli fratellini Stahlbaum, che vivranno un mondo tutto fantastico: i regali ricevuti diventano, per magia, animati. Fra questi, spicca proprio uno schiaccianoci di legno, all’apparenza un semplice oggetto, ma che darà vita alle più incredibili avventure che i due fratelli abbiano mai vissuto. Imperdibile fiaba per riflettere anche sul ruolo dell’immaginazione, sulla sua importanza per rendere viva la vita.
Immancabile tra gli scaffali è Canto di Natale, A Christmas Carol. In Prose. Being a Ghost-Story of Christmas, questo il titolo originale della famosa novella dello scrittore inglese Charles Dickens. Pubblicato a Londra nel 1843 dalle edizioni “Champman & Hall”, con le bellissime illustrazioni del britannico John Leech. E’ la storia dell’anziano, arcigno e avaro Ebenezer Scrooge che riceve la visita di una serie di fantasmi con l’intento di convertirlo alla bontà, proprio nel periodo del Natale. Il primo fantasma ad ammonirlo è Jacob Marley, un suo defunto amico ed ex socio in affari; seguono gli spiriti del Natale passato, di quello del presente, e di quello futuro. Dopo le loro apparizioni, Scrooge ne uscirà definitivamente cambiato, mutato in uomo più gentile e generoso. E’ possibile vivere in un mondo di gentilezza se solo si vuole: questo, il più importante messaggio della fiaba di Natale per eccellenza.
Sempre di epoca vittoriana è il testo di Washington Irving dal titolo Un buon vecchio Natale, The Old Christmas, del 1876. “È, infatti, la stagione dei sentimenti rigenerati, la stagione per accendere non semplicemente il fuoco dell'ospitalità nella sala, ma la fiamma geniale della carità nel cuore”: in queste poche righe è possibile trovare un’esauriente sintesi delle pagine di Irving. E’ uno spaccato accattivante del fine ottocento inglese, una riflessione sul vero senso della festività più amata dell’anno:“Non c'è niente in Inghilterra che eserciti un incantesimo più delizioso sulla mia immaginazione del persistere delle usanze festive e dei giochi rurali dei tempi passati”. Quello dell’autore britannico è un Natale tutto da vivere nei preparativi, negli addobbi, nella scelta dei regali, nelle festose canzoni dei bambini, nell’amabile compagnia della famiglia e dei vecchi amici.