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Immacolata, la preghiera di Papa Francesco per le popolazioni scosse dalla guerra

Ucraina, Israele e Palestina citate nel consueto atto di omaggio di Papa Francesco all’Immacolata a piazza di Spagna. E ricorda anche le donne vittima di violenza

Papa Francesco, pia | Papa Francesco durante l'atto di omaggio all'Immacolata di Piazza di Spagna, 8 dicembre 2023 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, pia | Papa Francesco durante l'atto di omaggio all'Immacolata di Piazza di Spagna, 8 dicembre 2023 | Vatican Media / ACI Group

L’atto di omaggio di Papa Francesco alla statua dell’Immacolata di piazza di Spagna è anche un appello accorato per la pace, con la citazione del popolo ucraino, del popolo palestinese e del popolo israeliano “ripiombati nella spirale della violenza”. Nella preghiera del Papa rientrano anche tante altre situazioni di guerra, la violenza, il terrorismo, la povertà. È una invocazione alla Madre che vuole abbracciare non solo la città, ma tutto il mondo. E, nella preghiera, ricorda anche le donne vittime di violenza, in un momento molto profondo, in cui il Papa sottolinea che la Madonna conosce “uno ad uno” i volti di queste donne, e pregando perché tutti facciano un cammino di riconversione superando le violenze annidate in ciascuno di noi.  

Prima di arrivare in piazza di Spagna, Papa Francesco si è fermato a Santa Maria Maggiore, là dove si reca a pregare prima e dopo ogni viaggio apostolico, e a portato alla Salus Populi Romani una rosa d’oro, un omaggio che spesso i Papi della storia recente hanno fatto ai santuari mariani.

Nella preghiera – che riprodurremo in integrale al termine di questo articolo – prima ringrazia Maria perché veglia sulla città “in silenzio, giorno e notte”, e poi sottolinea il bisogno che il mondo a di Lei, la cui esistenza ricorda “che il male non ha né la prima né l’ultima parola; che il nostro destino non è la morte ma la vita, non è l’odio ma la fraternità, non è il conflitto ma l’armonia, non è la guerra ma la pace”.

Papa Francesco chiede alla Madonna di rivolgere i suoi occhi di misericordia su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà, provati dalla guerra; guarda al martoriato popolo ucraino, al popolo palestinese e al popolo israeliano, ripiombati nella spirale della violenza”.

Papa Francesco porta alla Madonna lo sguardo di “tante madri addolorate”, con i figli uccisi da guerra e terrorismo, ma anche quelle che cercano di strappare via i loro figli dalle dipendenze o che vegliano i figli colpiti da malattie.

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Il Papa ricorda anche delle donne che “hanno sofferto violenza”, sottolinea che Maria le conosce una ad una, chiede di asciugare “le loro lacrime e quelle dei loro cari. E aiuta noi a fare un cammino di educazione e di purificazione, riconoscendo e contrastando la violenza annidata

nei nostri cuori e nelle nostre menti e chiedendo a Dio che ce ne liberi”.

Prega infine Papa Francesco: “Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione, perché non c’è pace senza perdono e non c’è perdono senza pentimento. Il mondo cambia se i cuori cambiano;

e ognuno deve dire: a partire dal mio. Ma il cuore umano solo Dio lo può cambiare con la sua grazia: quella in cui tu, Maria, sei immersa fin dal primo istante”.

L’atto di omaggio all’Immacolata dell’8 dicembre ha radici non antichissime. Fu in questo giorno, nel 1954, che Pio XII inaugurò l’Anno Mariano, il primo della storia, per celebrare il primo centenario della definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione. E fu proprio a piazza di Spagna che Pio XII, dopo aver celebrato in Santa Maria Maggiore, arrivò davanti il monumento dell’Immacolata, e lì lesse la preghiera che aveva composto per l’anno Mariano, portando personalmente fiori di fronte la statua posta in cima alla colonna di 12 metri nel centro della piazza. Fu però poi Giovanni XXIII il primo Papa che, l’8 dicembre 1958, uscì dalle mura vaticane per andare personalmente a deporre un cesto di rose bianche, prima di andare a Santa Maria Maggiore. Una tradizione che continua ancora oggi.

La rosa d’oro è stata ricevuta per la terza volta dalla icona della Salus Populi Romani di Santa Maria Maggiore. La prima fu donata nel 1551 da Papa Giulio III profondamente devoto all’icona mariana custodita in Basilica e ove, sull’altare del Presepe, aveva celebrato la sua prima Messa. Nel 1613 Papa Paolo V donò la Rosa d’oro in occasione della traslazione della venerata Icona nella nuova cappella appositamente eretta.

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Tuttavia, il significato della Rosa d’Oro è più antico e differente. Un tempo veniva conferito a personalità, non a santuari.

Tra gli oltre 180 destinatari della rosa d’oro, si trovano una serie di personalità e di storie. Benedetto XI ne inviò una nel 1304 al convento dei domenicani di Perugia fu ben presto venduta per sopperire alla necessità dei poveri.

Pio IX la mandò a Maria Adelaide di Savoia, consorte di Vittorio Emanuele ii, mentre Leone XIII ne fece dono a Mary Caldwell, unica borghese ad averla ottenuta, per i meriti acquisiti nella fondazione dell'università cattolica di Washington. L'ultima sovrana italiana a riceverla sarà la regina Elena, sposa di Vittorio Emanuele III di Savoia, nel 1937, da parte di Pio XI.

Ecco qui riprodotta integralmente la preghiera del Papa:

 

Vergine Immacolata!

Veniamo a te con il cuore diviso tra speranza e angoscia.

Abbiamo bisogno di te, Madre nostra!

Ma prima di tutto vogliamo ringraziarti,

perché in silenzio, come è nel tuo stile, tu vegli su questa città,

che oggi ti avvolge di fiori per dirti il suo amore.

In silenzio, giorno e notte, vegli su di noi:

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sulle famiglie, con le gioie e le preoccupazioni – tu lo sai bene –;

sui luoghi di studio e di lavoro; sulle istituzioni e gli uffici pubblici;

sugli ospedali e le case di cura; sulle carceri; su chi vive per strada;

sulle parrocchie e tutte le comunità della Chiesa di Roma.

Grazie per la tua presenza discreta e costante,

che ci dà conforto e speranza.

Abbiamo bisogno di te, Madre,

perché tu sei l’Immacolata Concezione.

La tua persona, il fatto stesso che tu esisti

ci ricorda che il male non ha né la prima né l’ultima parola;

che il nostro destino non è la morte ma la vita,

non è l’odio ma la fraternità, non è il conflitto ma l’armonia,

non è la guerra ma la pace.

Guardando a te, ci sentiamo confermati in questa fede

che gli avvenimenti a volte mettono a dura prova.

E tu, Madre, rivolgi i tuoi occhi di misericordia

su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà,

provati dalla guerra; guarda al martoriato popolo ucraino,

al popolo palestinese e al popolo israeliano,

ripiombati nella spirale della violenza.

Oggi, Madre santa, portiamo qui, sotto il tuo sguardo,

tante madri che, come è successo a te, sono addolorate.

Le madri che piangono i figli uccisi dalla guerra e dal terrorismo.

Le madri che li vedono partire per viaggi di disperata speranza.

E anche le madri che cercano di scioglierli dai lacci delle dipendenze,

e quelle che li vegliano in una malattia lunga e dura.

Oggi, Maria, abbiamo bisogno di te come donna,

per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza

e quelle che ancora ne sono vittime,

in questa città, in Italia e in ogni parte del mondo.

Tu le conosci ad una ad una, conosci i loro volti.

Asciuga, ti preghiamo, le loro lacrime e quelle dei loro cari.

E aiuta noi a fare un cammino di educazione e di purificazione,

riconoscendo e contrastando la violenza annidata

nei nostri cuori e nelle nostre menti

e chiedendo a Dio che ce ne liberi.

Mostraci ancora, o Madre, la via della conversione,

perché non c’è pace senza perdono

e non c’è perdono senza pentimento.

Il mondo cambia se i cuori cambiano;

e ognuno deve dire: a partire dal mio.

Ma il cuore umano solo Dio lo può cambiare

con la sua grazia: quella in cui tu, Maria,

sei immersa fin dal primo istante.

La grazia di Gesù Cristo, nostro Signore,

che tu hai generato nella carne,

che per noi è morto e risorto, e che tu sempre ci indichi.

Lui è la salvezza, per ogni uomo e per il mondo.

Vieni, Signore Gesù!

Venga il tuo regno d’amore, di giustizia e di pace!

Amen.