Niamey , lunedì, 4. dicembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
“Se scoppia la guerra, il Niger sarà distrutto. I proiettili non risparmieranno la popolazione, che sarà la più colpita. Sappiamo quando una guerra inizia, ma mai quando finisce. Guardate la Libia. Questa guerra distruggerà la coesione sociale e il Niger diventerà ingestibile, chiunque lo governi», avverte capo della Diocesi della capitale nigerina”: Così dichiarava l’arcivescovo di Niamey, mons. Laurent Lompo, a pochi giorni dall’avvenuto golpe di Stato nel Niger nella scorsa estate.
Ed al giornale ‘La Croix’ mons. Lompo aveva confermato l’appello delle Conferenze Episcopali Unite dell’Africa Occidentale ad inizio agosto: “E’ in gioco il futuro del nostro Paese e della regione. Il ruolo della Chiesa non è quello di dire se questo colpo di Stato è giusto o sbagliato, e tanto meno di sostenere una parte. Ma di difendere gli interessi del popolo. Il nostro ruolo è quello di vegliare e accompagnare il popolo…
Ogni parte deve ascoltare l’altra e rinunciare a ciò che può. Anche la comunità internazionale deve mettere acqua nel suo vino e mostrare flessibilità, in modo che la popolazione non soffra ulteriormente. Purtroppo l’Ecowas non ha consultato noi leader religiosi”.
Trascorsi alcuni mesi abbiamo contattato p. Mauro Armanino, missionario della Società Missioni Africane (SMA) a Niamey, capitale del Niger, che ci ha raccontato l’attuale situazione nel Niger: “Difficile generalizzare per un Paese così vasto e dalle frontiere differenti...la parte che confina col Ciad et nella zona del Lago Ciad non ha visto molti cambiamenti e forse neppure la zona che confina con la Libia e l’Algeria. Invece la parte del Paese che confina con Benin e la Nigeria è estremamente penalizzata dalla chiusura delle frontiere e dunque dell'impossibilità di importare tutto quanto arrivava dalla costa atlantica, lo sbocco al mare. Quindi, per un Paese già povero e dipendente dal commercio col Benin, Togo, Costa d'Avorio, Ghana....la situazione è a di dir poco allarmante per la penuria di derrate alimentari, medicine e altre mercanzie necessarie per far funzionare l’economia, luce elettrica compresa. Un Paese economicamente in ginocchio e con problematiche prospettive future se non saranno ripristinate le vie commerciali”.
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