Città del Vaticano , lunedì, 4. dicembre, 2023 9:00 (ACI Stampa).
Il 4 dicembre 1963 veniva promulgata da Papa Paolo VI la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, la prima delle quattro costituzioni frutto del Concilio Vaticano II. Il testo ha dato il via alla riforma liturgica attuata al termine dei lavori conciliari.
Le altre costituzioni conciliari furono la Lumen Gentium, la Dei Verbum e la Gaudium et Spes.
Le linee guida della Sacrosanctum Concilium prevedevano una “semplificazione” della liturgia e introducevano le lingue nazionali nel contesto delle celebrazioni.
A spiegare il senso profondo della Costituzione conciliare fu - in una delle ultime udienze generali – Papa Benedetto XVI, che da giovane professore ebbe modo di accedere ai lavori del Concilio Vaticano II come assistente del Cardinale Arcivescovo di Colonia Joseph Frings.
Dedicare la prima costituzione alla liturgia - spiegava Papa Benedetto - fu importante perché così si dimostrava “il primato di Dio”. “Qualcuno - aggiungeva - aveva criticato che il Concilio ha parlato su tante cose, ma non su Dio. Ha parlato su Dio! Ed è stato il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, all’adorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo. In questo senso, al di là dei fattori pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, è stato, diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la liturgia, stia Dio, stia l’adorazione”.