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Letture. Le “illustrissime” corrispondenze di Albino Luciani, che fu poi Giovanni Paolo I

Le corrispondenze di Albino Luciani con i grandi del passato, una galleria chiamata “Illustrissimi”, di cui è stata appena pubblicata la IV edizione critica

Illustrissimi | Il libro Illustrissimi | Il libro "Illustrissimi" di Albino Luciani, nella IV edizione critica curata da Stefania Falasca | Chiesa di Belluno - Feltre

Un universo grigio, pervaso da una corrente inarrestabile di odio e di solitudine, in cui l’uomo mette in gioco i suoi lati più oscuri, minacciosi. Un mondo riplasmato non dalla forza del Creatore ma dall’idea di un cieco e falso progresso. "Il progresso con uomini che si amino, ritenendosi fratelli e figli dell'unico Padre e Dio, può essere una cosa magnifica. Il progresso con uomini che non riconoscono in Dio un unico Padre, diventa un pericolo continuo: senza un parallelo processo morale, interiore e personale,  esso - quel  progresso – sviluppa misfatti,  i più selvaggi fondacci dell'uomo,  fa di lui una macchina posseduta da macchine, un numero maneggiatore di numeri, un barbaro in delirio".

Un ritratto inquietante del mondo che verrà, descritto in questo brano tratto da una lettera molto particolare, quella del patriarca di Venezia, negli anni Settanta, il cardinale Albino Luciani, rivolta ad un grande interlocutore, lo scrittore Gilbert K.Chesterton. E fa parte di una lunga e amata serie di lettere che il futuro papa Giovanni Paolo I scriverà come un appuntamento amato e atteso dai lettori, attraverso il quotidiano Il Gazzettino e poi il Messaggero di Sant’Antonio, raccolti nel libro intitolato  "Illustrissimi", pubblicato nel 1976 e diventato una sorta di best seller. Lettere ideate e proposte nel periodo che va dal 1971 al 1975.

Indirizzate a personaggi storici e della mitologia, a scrittori, personaggi della letteratura italiana, a santi, queste lettere mettono bene in luce lo stile del futuro papa, dalla solida base culturale ma insieme semplice e diretto, con una vena di delicata ironia.

Tra i destinatari di queste lettere ci sono Chesterton, Maria Teresa d'Austria, Charles Dickens,  Goethe, Penelope, Trilussa, Manzoni, Goldoni, Guglielmo Marconi,  e lo stesso Gesù.  E ancora da sant’Agostino a Sancho Panza, san Francesco di Sales a Pinocchio, una galleria affollata  di personaggi storici, pittori, scultori, registi, giornalisti, poeti e autori insieme ai personaggi più amati e conosciuti nati dalla fantasia di tanti autori diversi, che Luciani fa diventare reali, concreti, vivi, davanti agli occhi di chi legge.

Ora questa raccolta viene pubblicata in un nuova edizione critica, la quarta,  dopo un lavoro decennale  di ricerca e di studio delle fonti, curata da  Stefania Falasca, con l'apparato delle note e delle varianti, pubblicato dalle edizioni Messaggero di Padova con la prefazione del cardinale José Tolentino de Mendonça. 

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“Non deve sorprendere che venga riconosciuta a Illustrissimi la categoria di classico-  scrive infatti il cardinale - la forma forse più adeguata per riferirci a questo libro – anche tenendo in conto che la destinazione iniziale dei testi in esso raccolti erano in alcuni casi le pagine di un quotidiano, Il Gazzettino, di una rivista poi, il Messaggero di sant’Antonio, e che quando Albino Luciani cominciò, nel maggio 1971, la collaborazione con questo mensile di Padova non poteva di certo prevedere il ruolo cruciale che questo insieme di scritti avrebbe avuto non solo per il suo personale percorso ma anche per il cattolicesimo contemporaneo”.

Quando si leggono, o rileggono, i testi proposti dall’allora patriarca di Venezia si nota infatti come il tempo trascorso non ne abbia scalfito la freschezza e l’attualità. Lo abbiamo potuto constatare per esempio con il breve brano citato prima e indirizzato a Chesterton. Con un senso quasi profetico, tratteggiando un mondo nel quale, purtroppo, stiamo già vivendo.  Non si tratta, dunque, di osteggiare la contemporaneità ma nemmeno di “compiacerla”, di piegarsi ai suoi mutevoli dettami, ma di leggere la realtà, ogni realtà, alla luce della fede, scoprendone la positività e giudicandone i pericoli e le storture.

Grazia, velata ironia, profonda conoscenza e amore per la letteratura – amore autentico e senza confini - sono proprio i tratti salienti dello “stile Luciani”, e hanno realmente molto da insegnare, negli anni Settanta come in quelli, confusi e difficili, che attraversiamo oggi.

 Albino Luciani, Illustrissimi, a cura di Stefania Falasca, pp.532, euro 35