Rabat , venerdì, 1. dicembre, 2023 9:00 (ACI Stampa).
Il 9 settembre una serie di tremende scosse di terremoto ha colpito il Marocco, nella zona di Marrakech-Safi, causando un bilancio accertato di 3 mila morti e 5.530 feriti. La Chiesa è stata da subito vicina alla popolazione, il Cardinale Cristobal Lopez, arcivescovo di Rabat, si è recato anche nei luoghi del sisma e ha celebrato Messa lì per portare conforto alla popolazione. Tre mesi dopo, quale è la situazione in Marocco? E quale è lo stato di salute della Chiesa? Risponde lo stesso Cardinale Cristobal Lopez, in una intervista in cui guarda anche al viaggio di Papa Francesco nel Paese di quattro anni fa e alla salute della sua Chiesa locale.
Dopo il terremoto, come sono andati la ricostruzione ed i soccorsi? Quali sono le migliori informazioni sulla popolazione oggi?
La prima fase dell'emergenza è stata superata quindici giorni dopo il sisma. I bisogni urgenti sono stati coperti con l'aiuto delle autorità e la solidarietà nazionale e internazionale. È stata una tappa davvero sorprendente per gli aspetti positivi che ha comportato. Ora è iniziata la progettazione e realizzazione della ricostruzione, che sarà lunga (4 o 5 anni) e difficile, ma per la quale ci sono già fondi e impegni.
Intanto siamo in una fase intermedia in cui la cosa più necessaria è avere i mezzi per sopportare l'inverno e il freddo che esso comporta. Per questo motivo stiamo rafforzando gli alloggi temporanei (tende) e stiamo studiando come fornire alle famiglie colpite indumenti adatti all'inverno, carburante e cibo.
Lo Stato ha già iniziato ad aiutare circa 25mila famiglie con 250 euro al mese, per un anno intero. È quasi un salario minimo per famiglia. La distribuzione per ottobre e novembre è già stata effettuata. E hanno cominciato a distribuire anche gli aiuti per la ricostruzione delle case (14mila euro per il totale e 8mila per il parziale).