Catania , lunedì, 27. novembre, 2023 16:00 (ACI Stampa).
“Quid est veritas? La dialettica verità-certezza nell’esperienza giuridica”. Di questo hanno parlato per due giorni a Catania i Giuristi cattolici riuniti per il loro 73esimo Convegno nazionale di studio.
Il Convegno si è svolto svolge nell’Università del capoluogo etneo, nel Monastero dei Benedettini, luogo ricco di storia che ora è patrimonio dell’umanità-sito UNESCO e sede del Dipartimento di scienze umanistiche ma che è stato sottratto al degrado in cui era precipitato proprio dall’Ateneo, come ha sottolineato nei saluti iniziali il Rettore Francesco Priolo. Il presidente nazionale dell’UGCI Damiano Nocilla, che con questo evento nazionale ha di fatto aperto il suo secondo mandato alla guida dell’Unione Giuristi Cattolici, ha dato lettura del messaggio del Santo Padre Francesco che auspica “che l'importante evento susciti un rinnovato impegno per promuovere la ricerca della verità quale compagna inseparabile della giustizia e della misericordia al fine di garantire alla società odierna un futuro innestato nel profondo rispetto della dignità umana” e che ha inviato a tutti i presenti, per intercessione del beato Rosario Angelo Livatino, l’apostolica benedizione. L’arcivescovo di Catania Mons. Luigi Renna che ha voluto fortemente il convegno a Catania, dopo aver citato il documento conciliare Gaudium et spes, ha sottolineato nel suo intervento di saluto che il diritto nasce con una umanità che prende coscienza della sua dignità, dell’importanza di regole che normino la vita comune. L’arcivescovo si è soffermato sulla frase di Pilato che dà il titolo del convegno. Nella filosofia antica che poi confluisce nel pensiero di san Tommaso la verità è principio ontologico, l’Essere e il vero sono la stessa cosa; nel Vangelo di Giovanni la verità è lo svelamento del disegno di Dio, coerente con l’etimologia greca di Aleteia, il non nascondersi, la rivelazione di ciò che è nascosto, lo svelamento del mistero dell’uomo alla luce di Cristo come ci ricorda il Vaticano II. L’arcivescovo di Catania ha concluso: “il mondo ha bisogno di uomini e donne che si pongano domande così alte, che dialoghino, soprattutto che trovino vie per affermare quella dignità dell'uomo che vediamo calpestata dalla follia della guerra e dalla corsa verso una situazione di rottura dell'equilibrio fra uomo e natura che Papa Francesco ci ha ricordato nella Laudate Deum”.
Il presidente Nocilla, nell’aprire il Convegno, si è soffermato sul tema che a prima vista può apparire teorico, ma che in realtà ha importanti implicazioni pratiche, ricordando che circa vent'anni fa si aprì in Italia un dibattito sull'esistenza di un diritto costituzionale alla verità. “Si può costruire in tutti gli ambiti dell'agire pubblico un dovere di verità dell'azione dei pubblici poteri?” Il riferimento è ad alcuni ambiti in cui questo dovere di verità contrasterebbe con l'azione, renderebbe addirittura inefficace l'azione dei pubblici poteri, ad esempio nell’ambito della polizia giudiziaria, dell'attività diplomatica, dell'intelligence.
Per Nocilla la dialettica tra verità e certezza si svolge anche nei rapporti fra privati. Tre esempi su tutti danno evidenza di queste problematiche: l’autocertificazione che il venditore produce sulla proprietà che pone in vendita; la possibilità di avere o il cognome del padre o il cognome della madre o entrambi, con gravi ripercussioni sugli atti dello stato civile; la possibilità di riprendere contatti con la famiglia di origine per chi è stato adottato.
Tra gli interventi quello del cardinale Francesco Coccopalmerio, Consulente ecclesiastico centrale dell'UGCI, e del Prof. Paolo Papanti Pelletier, Ordinario di Diritto civile all'Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e consulente del Tribunale Vaticano e del Card. Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura.