Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha in queste ore stanziato un pacchetto di aiuti di 190.000 euro per sostenere i cristiani di Terra Santa durante l'attuale crisi. I fondi saranno destinati ai cristiani poveri nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, ai lavoratori migranti cristiani e ai richiedenti asilo in Israele. Il Patriarca latino di Gerusalemme, Cardinale Pierbattista Pizzaballa, ha espresso la sua gratitudine ad ACS per la continua collaborazione fra la fondazione pontificia e il Patriarcato e per il sostegno assicurato ai cristiani in Terra Santa in questo momento di crisi: "Grazie per i vostri doni e per la solidarietà nei confronti del Patriarcato latino di Gerusalemme. Per favore continuate a pregare per la nostra piccola comunità cristiana affinché dia una testimonianza incrollabile di fede e di speranza".

Nel settembre 2021, il Patriarcato ha istituito il Vicariato per i migranti e i richiedenti asilo (VMAS) per prendersi cura dei 100.000 migranti e richiedenti asilo cristiani che vivono in Israele. Questi migranti hanno una varietà di status giuridici e molti sono impiegati in lavori con retribuzioni basse. Centinaia di cristiani migranti che lavorano nelle aree circostanti la Striscia di Gaza sono stati costretti a fuggire e cercare riparo in rifugi temporanei a Gerusalemme Est, principalmente in conventi, pensioni cristiane e altre strutture della Chiesa. Altri si sono rifugiati in chiese in diverse parti d'Israele, come Tel Aviv. ACS sta aiutando il VMAS a fornire alloggio, assistenza sanitaria e altri servizi essenziali ai migranti cristiani sfollati che vivono in Israele.

Ci sono circa 1.000 cristiani nella Striscia di Gaza. La maggior parte di loro si sta rifugiando nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia e nella chiesa greco-ortodossa di San Porfirio. Con centinaia di famiglie che si affollano nei recinti della chiesa, cibo, medicine e acqua scarseggiano. ACS sostiene un’iniziativa del Patriarcato Latino di Gerusalemme per garantire alle comunità cristiane isolate nella Striscia di Gaza una fornitura costante di beni di prima necessità, tra cui kit igienici, farmaci, alimenti e carburante.

Il conflitto ha avuto un forte impatto anche sui circa 37.000 cristiani palestinesi della Cisgiordania e sui 10.000 di Gerusalemme Est, i quali dipendono fortemente dal turismo per ottenere un reddito. Con la cessazione del flusso di pellegrini e turisti, molti cristiani locali hanno perso la loro principale fonte di retribuzione, mentre altri non sono in grado di recarsi al lavoro a causa della chiusura dei posti di blocco e di altre restrizioni. ACS sta collaborando con il Patriarcato per fornire assistenza di emergenza alle comunità cristiane in Cisgiordania e Gerusalemme Est. Tale assistenza comprende principalmente supporto medico, buoni pasto e aiuti di sussistenza per l’affitto e le bollette relative alle utenze domestiche, come acqua ed elettricità.