Washington , giovedì, 23. novembre, 2023 17:00 (ACI Stampa).
Poche cose mostrano il profondo amore e il legame dei genitori con i propri figli più di quando quel bambino è malato. In quel momento, entra in gioco l’istinto umano di proteggere, custodire e fare qualsiasi cosa per salvare il proprio bambino. Combattere i limiti della medicina e delle risorse è già abbastanza difficile da affrontare. Ma combattere il pieno potere del proprio governo e il peso della burocrazia istituzionale può devastare lo spirito umano. Piangiamo la perdita della piccola Indi, ma dobbiamo anche imparare dall’esperienza dei suoi genitori.
La tragica morte decretata dal governo della bambina di 8 mesi Indi Gregory, avvenuta il 13 novembre, ha dimostrato quanto profondamente le autorità pubbliche del Regno Unito abbiano svalutato i diritti dei genitori e dei figli e, in ultima analisi, il diritto alla vita e alla stessa dignità umana. Come nei casi precedenti di Charlie Gard, Alfie Evans e Alta Fixsler, i giudici del Regno Unito hanno ratificato la decisione dei professionisti medici che lavorano all'interno del Servizio Sanitario Nazionale (NHS) socializzato del paese di ritirare il supporto medico di sostentamento vitale della piccola Indi, ignorando le vociferanti obiezioni della sua madre e padre.
E dopo che il governo italiano ha compiuto un drammatico intervento dell’ultimo minuto, conferendo la cittadinanza italiana a Indi nella speranza di prolungarle la vita, anche il sistema legale del Regno Unito ha negato senza pietà a sua madre, Claire, e a suo padre, Dean, l’opportunità di portare Indi in Vaticano. -gestire l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per continuare le cure, proprio come in precedenza si era rifiutato di permettere ai genitori di Charlie e Alfie di portare lì i propri bambini per le cure.
Una serie di fattori hanno dato il potere alle istituzioni legali e mediche del Regno Unito di prendere queste decisioni mortali. La mentalità burocratica generata da decenni di medicina socializzata è un elemento centrale. Tali sistemi sono sempre inclini a razionare le loro scarse risorse finanziate dai contribuenti negando trattamenti che i medici giudicano senza speranza. In effetti, questo è uno dei motivi principali per cui il Canada, con un sistema sanitario socializzato in modo simile, è rapidamente diventato il peggior trasgressore al mondo in termini di funzionari ospedalieri che hanno avviato discussioni sul suicidio medicalmente assistito con pazienti che non avevano mai preso in considerazione l’idea in precedenza.
Parte di quella mentalità era probabilmente in gioco anche nel caso di Indi. Ma più direttamente rilevante per la decisione di ordinarne la morte è stato l’atteggiamento prepotente del “sappiamo sempre cosa è meglio” che la medicina socializzata genera. Questa prospettiva spinge fortemente i funzionari medici britannici a respingere gli appelli dei genitori amorevoli che permetterebbero loro di cercare cure disperate al di fuori dell’ambito del servizio sanitario nazionale. Ricorsi respinti anche quando il rilascio della paziente alla richiesta dei genitori non costerà nulla al sistema, come nel caso di Indi, perché l’Italia si era impegnata pubblicamente a pagare tutte le sue cure al Bambino Gesù.