Roma , venerdì, 17. novembre, 2023 18:00 (ACI Stampa).
Si torna a lui, sempre a lui, un vero maestro. John Ronald Reuel Tolkien, il creatore di un mondo, anzi di un universo, di più universi, paralleli, incrociati, in cui infiniti popoli e una schiera di eroi – spesso divenuti tali loro malgrado – hanno disegnato mitologie ed epopee. Tutto quel che intere generazioni hanno amato e continuano ad amare. Da Papa Francesco a Barack Obama, da Paul McCartney a Stephen King. E molti, molti altri.
Perché c’è nell’uomo un insopprimibile bisogno di guardare molto più in su, di indentificarsi in qualcosa di grande, di poderoso, qualcosa che sfugga all’appiattimento e alla banalità, di sognare in grande e di avere visioni grandioso.
C’è sempre un buon motivo per parlare di Tolkien e della sua opera, e un buon motivo per scoprirlo o rileggerlo. In questo periodo, in questi giorni il motivo è una mostra, che non è solo una mostra, ma la prima grande retrospettiva mai fatta in Italia su Tolkien, in occasione del cinquantennale della sua morte. Manoscritti autografi, immagini rare, opere d'arte ispirate alle sue visioni letterarie, copie dei libri e delle varie edizioni della sua opera, vinili delle colonne sonore dei film o di musiche ispirate al Signore degli anelli.
E ancora abiti di scena, memorabilia, curiosità di ogni genere. La mostra è a Roma, alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, dal 16 novembre all'11 febbraio 2024: è la prima sede di una esposizione che sarà itinerante e che verrà allestita come seconda tappa a Napoli. E che è stata resa possibile anche grazie alla prestigiosa collaborazione dell'Università di Oxford. Curata da Oronzo Cilli con Alessandro Nicosia, 'Tolkien.Uomo, Professore, Autore' , come sottolinea il titolo della mostra, traccia il percorso umano, il lavoro accademico, la forza narrativa e poetica di un autore che ha inventato le avventure e le catastrofi della Terra di Mezzo e tutto l’universo di cui in fondo è il centro, attraverso la sua straordinaria conoscenza del mondo antico. Che ha avuto tanto successo letterario quanto cinematografico e di cui si possono ripercorrere le tappe dei vari adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d'animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, una delle saghe più popolari della letteratura mondiale e che ha conquistato ben 17 premi Oscar.
Si possono trovare mille chiavi interpretative per l’opera di Tolkien, ma è la fede l’autentica interpretazione, anche se nell’universo creato dallo scrittore non vi sono riferimenti espliciti al cristianesimo; il viaggio di Frodo - come Tolkien scrive in risposta ad una recensione scritta dal poeta W.H.Auden - è una missione «per liberare l'umanità da una malefica tirannia», aggiungendo che «nel Signore degli Anelli il conflitto fondamentale non riguarda la libertà, che tuttavia è compresa. Riguarda Dio, e il diritto che Lui solo ha di ricevere onori divini», quindi per chiarire che «il mio non è un mondo immaginario, ma un momento storico immaginario su una Terra-di-Mezzo che è la terra dove noi viviamo».