Roma , giovedì, 16. novembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
“Soffermarci sul Libro di Tobia, un testo poco conosciuto dell’Antico Testamento, avvincente e ricco di sapienza, ci permetterà di entrare meglio nel contenuto che l’autore sacro desidera trasmettere. Davanti a noi si apre una scena di vita familiare: un padre, Tobi, saluta il figlio, Tobia, che sta per intraprendere un lungo viaggio. Il vecchio Tobi teme di non poter più rivedere il figlio e per questo gli lascia il suo ‘testamento spirituale’. Lui è stato un deportato a Ninive ed ora è cieco, dunque doppiamente povero, ma ha sempre avuto una certezza, espressa dal nome che porta: ‘il Signore è stato il mio bene’. Quest’uomo, che ha confidato sempre nel Signore, da buon padre desidera lasciare al figlio non tanto qualche bene materiale, ma la testimonianza del cammino da seguire nella vita”.
Questo ha scritto Papa Francesco nel messaggio ‘Non distogliere lo sguardo dai poveri’ in occasione della VII giornata mondiale dei poveri, che si svolgerà domenica 19 novembre, sottolineando che lo sguardo di un povero cambia direzione alla vita di chi lo incrocia, ma bisogna avere il coraggio di restare su quegli occhi e poi agire aiutando, non secondo le nostre necessità o il nostro volerci liberare dal superfluo, ma in base a quello che serve all’altro.
Partendo da questo passaggio a fra Marcello Longhi, presidente OSF, abbiamo chiesto di spiegare il motivo per cui nel messaggio papa Francesco invita a non distogliere lo sguardo dal povero: “Papa Francesco ci ricorda che se non distogliamo lo sguardo dal povero, non distogliamo nemmeno lo sguardo da Lui, perché le persone in povertà sono il volto di Gesù. Nello stesso tempo, tenendo lo sguardo aperto su chi è in povertà, non ci dimentichiamo nemmeno chi siamo e teniamo lo sguardo anche su noi, perché siamo di fronte a Dio, tutti poveri. Allora la compagnia dei poveri ricorda anche chi siamo noi. Oltre a darci la possibilità di vedere il volto di Dio ci ricorda anche il nostro essere. Stare vicino ai poveri a me aiuta a leggere bene anche me stesso ed a non ‘buttare’ via la vita; per cui credo che sia per questo che il papa ci invita a non distogliere lo sguardo dai poveri”.
Per quale motivo nel messaggio il papa ha scelto di raccontare la storia di Tobia?
“Credo che la storia di Tobia sia una storia di un uomo tanto giusto e concreto, anche tanto umile, che ha saputo pagare senza paura il ‘prezzo’ delle sue scelte di amore; tra l’altro, questo gesto di carità, che è quello di seppellire i morti, non scontato e pieno di umanità, ci dice che Tobia era un uomo veramente buono e pieno di Dio. E’ anche un uomo che ha sperimentato un prezzo amaro per questa sua bontà; il papa racconta che, nonostante facesse il bene, è capitata anche la ‘sventura’ di diventare cieco. Eppure Tobia non rinuncia ad essere un uomo di carità e di amore; sa attraversare anche una prova brutta, che è quella della cecità, ma senza rinnegare la sua scelta di carità. In questo Tobia è un compagno di vita; è un uomo concreto, che invita a non disperare, perché ha saputo attraversare momenti molto duri, come capita a tanti”.