Roma , giovedì, 16. novembre, 2023 10:00 (ACI Stampa).
San Giosafat è morto martire 400 anni fa, e il suo sacrificio, nato dall’amore per l’unità della Chiesa, ha forgiato lo spirito di almeno quattro nazioni: l’Ucraina, la Lituania, la Bielorussia e la Polonia. Non è un caso che la venerazione di San Giosafat si trovi diffusa in ognuna di queste quattro nazioni, e che la Lituania sia arrivata a proclamare quest’anno un anno “Giosafattiano”.
In occasione del Quattrocentenario, la Chiesa Greco Cattolica Ucraina ha festeggiato a Roma con una Divina Liturgia nella Basilica di Santa Sofia. Il 13 novembre, poi, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, insieme al Cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, ha aperto una conferenza internazionale che si è tenuta al Pontificio Istituto Orientale, sul tema “Identità e culto: dimensioni teologiche, culturali e storiche di Giosafat Kuntsevych”. La conferenza, che ha avuto anche una seconda giornata di lavori il 14 novembre, ha avuto tra gli organizzatori, oltre al PIO, anche l’Ukrainian Catholic University, la Catholic University of America, l’Ordine Basiliano di San Josaphat, il Museo del Patrimonio Ecclesiastico di Vilnius e l’Ambasciata di Lituania presso la Santa Sede.
Nel suo indirizzo di saluto, il Cardinale Gugerotti ha sottolineato che San Giosafat è “una figura molto speciale di martire santo, un pio con profondi sentimenti di devozione e donazione di sé”, e soprattutto “un uomo che in tempi drammatici e tempestosi ha lavorato per l’unità”.
Da parte sua, Sua Beatitudine Shevchuk ha ringraziato quanti “hanno prestato attenzione ad una personalità illustre della Chiesa Greco Cattolica”, perché “tante ideologie sono nate in questi anni che hanno avvolto la figura di San Giosafat”.
Sua Beatitudine ha detto che in questo “anno terribile e difficilissimo per l’Oriente dell’Europa” si è potuta sperimentare la protezione di San Giosafat, il quale “è stato incarnazione di un momento importante e anche tragico di questa Chiesa, momento che ha dato un impulso così forte che ha formato l’identità di quattro popoli”.