Non tutti ma molti sicuramente si. Non vorrei sbagliare ma credo sia stato proprio un giornalista a coniare all'inizio del pontificato un' espressione che definisce Francesco forse meglio di tante altre: ha cambiato la musica ma non le parole.
E cosa vuol dire il Papa quando parla di "conversione pastorale"?
E' un concetto molto vasto che forse si potrebbe riassumere con la necessità di dare assoluta centralità in ogni azione allo spirito del Vangelo.
Qual è la visione di Chiesa secondo Papa Francesco?
La prima volta che ho incontrato il cardinal Bergoglio in una conferenza stampa con corrispondenti esteri, mi ha colpito profondamente la sua lucida visione del mondo e della chiesa. Ha parlato di una chiesa dalle porte e dalle finestre aperte. Le prime per accogliere tutti ma anche per uscire all'incontro del mondo e le seconde per far entrar ventate di aria nuova. Da lì è nata l'idea di scrivere il primo libro nel quale abbiamo approfondito questa sua visione. Mentre negli incontri per la stesura del secondo libro ci ha parlato dei passi intrapresi per portare la chiesa sul percorso che aveva sognato
E la sua idea di Curia Romana ?
Il fatto che il cardinal Bergoglio venisse da così lontano e senza esperienza nella Curia gli ha consentito la necessaria prospettiva per affrontare la riforma che avevano chiesto i cardinali nel conclave. Una curia aperta all'ascolto e al dialogo e a facilitare l'intesa tra la chiesa centrale e quelle periferiche.
Ma a leggere bene il libro su molti temi il Papa dice di non avere cambiato nulla. Come per la questione dei divorziati risposati e del loro accesso alla Comunione sacramentale. Ecco un passaggio:
"Non ho cambiato niente! - dice Papa Francesco- La dottrina sull’indissolubilità del matrimonio è sempre la stessa. A cambiare è stata invece la disciplina pastorale. Oggettivamente, il divorzio e la nuova unione sono un male, ma ci possono essere delle attenuanti. Non è soggettivismo, bensì la giusta considerazione della soggettività umana, come dice il professor Rocco Buttiglione. (…) Giovanni Paolo II, nell’esortazione Familiaris Consortio, diceva che i divorziati devono essere accolti, integrati, accompagnati nella Chiesa. A questo ho aggiunto il principio del discernimento.
E il ruolo delle donne? Il Papa ne ha scelte molte in ruoli importanti. Leggiamo un altro passaggio: "Ma è contrario al sacerdozio femminile. Perché?
È un problema teologico. Credo che menomeremmo l’essenza della Chiesa se considerassimo solo il ministero sacerdotale, ossia la via ministeriale. Potremmo dire che la via ministeriale è quella della Chiesa petrina (di Pietro) o, detto altrimenti, il principio petrino è quello della ministerialità. Esiste però un altro principio, ancora più importante, ossia il principio mariano, che riguarda la femminilità nella Chiesa, la quale vi si rispecchia perché è donna ed è sposa. E a sua volta la dignità della donna si vede riflessa in questa realtà. Una Chiesa fondata sul solo principio petrino sarebbe una Chiesa ridotta alla ministerialità. Ma la Chiesa è più di un ministero, è tutto il popolo di Dio. C’è poi un terzo cammino, non di natura teologica, che è quello amministrativo, nel quale ritengo vada dato più spazio alle donne".
Per avere poi la chiave di molte delle scelte del Pontificato e anche di cosa guidi il pensiero del Papa c'è la questione della "Teologia del Popolo" che non è, dice il Papa "marxista"
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
"Io ero contrario all’interpretazione marxista della Teologia della Liberazione perché la confondevo con una sua interpretazione ideologica". Francesco cita in propositi i testi dell’allora cardinale Ratzinger, nel 1984 e aggiunge: " Quando ho preso completa coscienza della Chiesa come Popolo di Dio ho cominciato ad abbracciare quella che è stata chiamata Teologia del Popolo (…) una teologia che condivide alcuni assunti della Teologia della Liberazione – l’opzione preferenziale per i poveri – ma è caratterizzata da un’analisi sociale, storica e culturale condotta alla luce del Vangelo, e non usa mai categorie marxiste. In più, recupera il valore della cultura e della pietà popolare, e la relazione fra il Popolo di Dio e i popoli della Terra a partire dalla realtà latinoamericana, i cui settori popolari sono quelli che meglio preservano la cultura e la religiosità proprie del popolo nel suo insieme".
Gesuita, Pastore, argentino. C'è ancora molto da capire di Papa Francesco.