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Fare della migrazione un diritto libero è uno dei compiti della Chiesa in Europa

Il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes e il principio della "restanza"

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“Lavorare all’estero, per i nostri giovani, è una grande opportunità di crescita umana e professionale e deve essere una scelta libera, non un obbligo di fatto”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inviato alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes.

Il Presidente della Repubblica Italiana sintetizza bene il tema del rapporto di quest'anno. Tanto che uno speciale nel testo ha per titolo "Diversamente presenti e ri-presenti".

Il tema è appunto quello del rimpatrio. Perché se è vero che molti giovani vanno all'estero per la delusione di non trovare un lavoro adeguato alle loro aspirazioni, è anche vero che l' Eldorado non esiste. 

Nell’ultimo decennio, il numero complessivo di rientri in patria è stato pari a 443 mila. Le agevolazioni fiscali introdotte nel 2021 sono state un fattore di attrazione per i rientri. Nel 2021 le cancellazioni per l’estero di cittadini italiani sono state circa 94mila, di cui 42mila donne (45,1%), mentre il numero delle iscrizioni anagrafiche dall’estero è stato di quasi 75mila individui, di cui 33 mila donne (44,2%). I rimpatri avvengono principalmente verso la Lombardia (14mila, il 19% del totale), il Lazio (oltre 7mila, pari al 10%), la Sicilia (quasi 7 mila, pari al 9%) e il Veneto (quasi 6mila, pari all’8%). Intanto si fa strada un nuovo trend, ossia “la restanza”. Tante sono infatti le persone o famiglie – in particolare i giovani – che decidono di rimanere o tornare nelle loro comunità d’origine, avviando iniziative imprenditoriali, attività tipiche dei contesti agropastorali, progetti culturali e sociali, per contribuire alla rinascita economica del territorio.

Insomma il rientro è possibile. Per ora non si tratta di grandi numeri ma "tanto desiderati considerando le innumerevoli storie di vita raccolte e i tanti migranti o famiglie incontrati dei quali in queste pagine si racconta". I rientri di italiani in attività che tornano dopo aver sperimentato anni di mobilità sono un arricchimento per la nazione.

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E anche per gli italiani il diritto di restare diventa sempre più importante. "Il diritto a restare, il diritto a migrare, il diritto di ritornare sono tre facce dello stesso dilemma esistenziale provato dal migrante. - si legge nel testo del Rapporto- Il ritorno presuppone un territorio e una comunità che siano rimaste ad aspettare, che ti riconoscano e che ti valorizzino nel cambiamento che la migrazione ha necessariamente prodotto nella persona migrante, nel suo status (di persona, lavoratore, genitore, membro di una coppia e di una comunità) e nei suoi ruoli.

Fare della migrazione un diritto davvero libero è il compito che ci attende come persone e come Chiesa e per far questo il nostro sguardo non deve essere autoreferenziale. È l’Europa a giocare la partita più importante".