Madrid , mercoledì, 8. novembre, 2023 16:00 (ACI Stampa).
Anche la Spagna ha il suo rapporto sugli abusi della Chiesa. Ma è un rapporto presentato dal Defensor Civico, statale, e non è un rapporto che la Chiesa stessa ha commissionato all’esterno, come è successo in Francia con il CIASE – che ha creato non pochi dubbi -, in Germania, in Portogallo e poi più recentemente in Svizzera, dove la Chiesa ha dato accesso agli archivi. Il Cardinale Joan Josep Omella ha preso una posizione forte, mettendo in discussione i dati pubblicati dai media, pur sottolineando che “non ci stancheremo di chiedere scusa alle vittime e di lavorare per la guarigione”.
I media hanno parlato di oltre 400 mila vittime degli abusi, ma questo non figura ne rapporto del Difensore Civico, né risponde ad un elenco di casi contestati. Il rapporto si basa sulle risposte di un campione di 8 mila persone di età superiore a 18 anni. Di queste, l’1,13 per cento dichiara di aver subito abusi in ambito religioso, mentre 0,6 per cento ha detto di aver ricevuto direttamente da preti e religiosi. Il numero di 400 mila deriva da una proiezione matematica, ed è il dato massimo della “forchetta” risultata dalla proiezione.
Lo stesso Ángel Gabilondo, redattore dell’informe, ha detto nella conferenza stampa di presentazione di non voler specificare una cifra, e sottolineato che il Difensore Civico si è occupato di 487 vittime, che non sia necessario fare estrapolazioni, e che
"se il dibattito alla fine è sui sondaggi o su quanti casi sono emersi... prevedo che non andremo molto lontano su questa strada". Insomma, per Gabilondo anche un solo abuso era “una notizia”.
Il Cardinale Omella, in un post su X, ha voluto chiarire che "il rapporto del Difensore civico non fa alcuna estrapolazione, la fanno alcuni media intenzionalmente". Oltre ai 487 casi documentati dal Difensore Civico, ce ne sono 1.125 raccolti dalla Chiesa, e dunque “una cosa è la verita, un’altra estrapolazioni infondate”.