Roma , mercoledì, 8. novembre, 2023 12:30 (ACI Stampa).
Quello che manca, nel XV rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa del Mondo, è proprio il punto di vista della Chiesa. Ma non è una mancanza del rapporto. È che il tema che viene affrontato, quello del Deep State, o – per dirla in maniera romantica – del Grande Burattinaio che muove i fili di Stati e governi – non è ancora un tema che è diventato parte di una riflessione, se non teologica, almeno sociologica all’interno della Chiesa Cattolica. E sarebbe ora.
Ancora una volta, l’Osservatorio Van Thuan mette il dito della piaga e lo fa con uno sguardo controcorrente, in perfetta continuità degli studi degli ultimi anni che hanno affrontato il tema della proprietà privata e della sorveglianza, hanno toccato l’idea del Great Reset e quella di un modello cinese troppo vicino, delineando i contorni di quella che sembra diventare una nuova dittatura globale.
Ora, questo XV rapporto guarda alla realtà in maniera diretta, affronta il tema del Deep State, cerca di definirne i contorni. E lo fa negando ogni complottismo, ammettendo che lo Stato Profondo è formato da monadi, a volte disorganizzate, sottolineando a volte la romanticità di una teoria del complotto che spesso non ha ragione di esistere, ma allo stesso tempo portando avanti una critica feroce alla società moderna che permette il perpetuarsi di un Deep State come forma di controllo globale.
È un rapporto che celebra il quindicesimo anno di vita, mentre l’Osservatorio Van Thuan fa vent’anni, e il vescovo Giampaolo Crepaldi, iniziatore di entrambi, sottolinea che “i Rapporti hanno svolto la funzione unica di mostrare la fecondità della prospettiva della Dottrina Sociale della Chiesa, capace di alimentare visioni e soluzioni di problemi sociali”.
Ora, c’è bisogno di guardare allo Stato Profondo. Nella loro scheda introduttiva, Riccardo Cascioli e Stefano Fontana sottolineano che prima di tutto deve essere definito il Deep State e poi chi sono i soggetti che ne fanno parte, con la considerazione che oggi il fenomeno è globale, e globalità è inteso “non come estensione planetaria, ma soprattutto come profondità radicale”.