L'influenza di Scoto è importantissima per tutto il pensiero francescano. Scoto segue il maestro, Francesco d'Assisi, e sviluppa una linea di pensiero che incarna benissimo il carisma francescano: lo studio non è importante solo per sapere, ma soprattutto per imparare a vivere. E vivere bene che vuol dire: io imparo, io studio non per un piacere puramente intellettuale ma perché quanto conosco deve generare in me una vita buona, una vita cristiana, la vita con Dio. E poi c’è da sottolineare nel pensiero scotista il principio di individuazione: ogni realtà concreta esige anche un'attenzione concretissima, determinando così una proposta di una forma cristiana di vita che ha influenzato la parte missionaria del carisma francescano. Attraverso questo concetto passerà anche una riforma interessantissima che arriverà poi all' “Osservanza”, apertura concreta alle missioni francescane in tutto il mondo: dall’America fino all’Africa, fino a giungere nel lontano Oriente.
Il mondo d’oggi e Scoto: quali i temi che ancora oggi possono parlare ai contemporanei?
Per rispondere alla sua domanda non posso che rifarmi al bellissimo testo della Lettera del nostro Ministro Generale, padre Massimo Fusarelli. La lettera ha titolo: “Nella santità della vita e nel sapere della fede”. Scoto dovrebbe essere studiato nel nostro mondo - e cito ora la lettera di padre Fusarelli - “perché s’è mostrato capace di intercettare alcune delle istanze della postmodernità, come la valorizzazione delle diversità di ciascuno, la difesa delle libertà personali, la cura della casa comune come spazio amato e non semplicemente dato, la riflessione sulla cultura come servizio alla società, la valorizzazione di un cristianesimo amante del mondo e non contrapposto ad esso”. Questi seconde me sono i temi che Scoto presenta al mondo d’oggi. Scoto non è archeologia, è attualità.
Quando la canonizzazione?
Il 20 marzo del 1993 la famiglia francescana viveva un momento particolarissimo: quello della beatificazione di uno dei maestri più eloquenti, più famosi della famiglia francescana, Giovanni Duns Scoto. Quel giorno, dopo tante situazioni, vicissitudini che avevano fermato la sua beatificazione, finalmente si raggiungeva - 30 anni fa - il felice momento della sua proclamazione a beato. Quando la canonizzazione? Speriamo al più presto anche perché ogni barriera è stata già tolta per andare avanti nel processo. Come aiutare questo cammino? Si devono conoscere i testi di Scoto: dobbiamo lavorare in traduzioni in diverse lingue, in lingue moderne ovviamente, perché ancora troppo poche. Nella nostra università si è creato a tale scopo il Centro Italiano di Scotismo, promosso dai professori della facoltà di filosofia. Più si conosceranno i testi, il pensiero di Scoto, più presto arriveremo alla tanto attesa sua canonizzazione.
Sono diversi gli esponenti del pensiero francescano d’oggi impegnati nella kermesse: dopo i saluti iniziali di Josip Percan, Presidente della Commissione Scotista, e il discorso di apertura di Witold Salamon, socio della stessa commissione, interverranno Luca Parisoli, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria e Zdzisław Kijas, Postulatore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Seguirà poi nella basilica di Sant’Antonio al Laterano la Santa Messa in onore del beato presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.
Domani, mercoledì 8 novembre, la giornata si aprirà con le parole di saluto di Agustín Hernández Vidales, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum, di Carlos Alberto Trovarelli e di Roberto Genuin, ministri generali rispettivamente dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Interverranno inoltre: Francesco Iannone, Direttore dell’Istituto Superiore Interdiocesano di Scienze Religiose ed Ernesto Dezza, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani. Le conclusioni saranno affidate a Massimo Fusarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori.
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