Tolentino , sabato, 4. novembre, 2023 14:00 (ACI Stampa).
“Ma chi erano gli ‘Spirituali’, alla cui corrente molti missionari appartenevano e di cui sicuramente era partecipe anche Tommaso, come dimostra la sua carcerazione durata per circa un decennio, dall’inizio degli anni Ottanta all’inizio dei Novanta del sec. XIII?. In un pluralismo talvolta sorprendente, questi frati erano però convinti di alcune verità. In primo luogo, l’umanità e la Chiesa erano alla vigilia di eventi terribili e sconvolgenti che preludevano alla fine del tempo e della storia. Applicando e attualizzando lo schema escatologico ereditato dal primo millennio, gli ‘Spirituali’ erano convinti che l’Anticristo o gli Anticristi fossero all’opera o imminenti, che si stesse per scatenare l’ultima lotta fra le forze del bene e del male, che dopo una momentanea affermazione delle seconde avrebbero prevalse le prime e sulla terra, nella storia umana, si sarebbe aperta una fase più o meno prolungata nella quale il Vangelo si sarebbe diffuso, la pace si sarebbe affermata e la convivenza umana sarebbe stata in qualche modo ricondotta alle sue origini prima che il peccato e la morte fossero introdotte nel mondo. Tutto questo sarebbe stato un intermezzo prima di un finale, nuovo e davvero estremo scatenamento delle forze anti-cristiche alla fine vinte dal ritorno definitivo del Signore”.
Partendo da questo passaggio della conferenza del viceprefetto dell’Archivio Apostolico vaticano, Paolo Vian, sul tema delle missioni francescane: ‘Attesa escatologica e azione missionaria: i frati minori fra Duecento e Trecento’, svoltosi a Tolentino, il vice prefetto ci ha raccontato la situazione di quel periodo: “Questo schema escatologico in realtà risente ed è espressione di una grande innovazione introdotta nel XII secolo da un monaco cistercense calabrese, Gioacchino da Fiore. Fu lui a introdurre una novità che infranse lo schema classico e altomedievale del ‘mondo che invecchia’ e irrimediabilmente si corrompe. Gioacchino credeva che prima della fine dei tempi, nel dramma spaventoso degli ultimi tempi, la storia umana vivrà ancora un bagliore di luce e di pace nel quale si realizzeranno le promesse della realtà messianica annunciata dai profeti di Israele. Dai Luoghi Santi nella terra di Gesù ai Balcani, dalla Siria all’Egitto, dalla Romania all’arcipelago greco e alla capitale dell’impero, i francescani si distinsero per la loro opera indefessa e senza risparmio per la salvaguardia della presenza cattolica in quelle terre”.
Per quale motivo san Francesco ha voluto un ordine religioso missionario?
“La missione, non solo tra i fedeli ma anche fra gli infedeli, è connaturale all’esperienza cristiana di san Francesco. Ascoltando il brano della missione degli apostoli aveva compreso definitivamente l’orientamento da dare alla sua vita e ai suoi frati. San Francesco ed i Frati Minori sentirono che Dio li aveva chiamati per l’utilità e la salvezza di ‘tutti gli uomini del mondo, non solo nei paesi dei fedeli, ma anche in quelli degli infedeli’ (FF 1755, 1758). Sia la ‘Regula non bullata’ (1221, al cap. XVI) sia la ‘Regula bullata’ (1223, al cap. XII) contenevano indicazioni per le missioni fra gli infedeli. Poco prima, nel 1219, san Francesco, che già altre due volte aveva cercato di andare in missione, riuscì a recarsi in Egitto dove a Damietta incontrò il sultano al-Malik al-Kamil. L’anno dopo, il 16 gennaio 1220, l’Ordine ebbe i suoi primi martiri, i cinque frati umbri trucidati in Marocco”.
Come si coniuga l’attesa escatologica e l’azione missionaria nei frati minori fra il Duecento e il Trecento?