Città del Vaticano , venerdì, 3. novembre, 2023 9:00 (ACI Stampa).
La relazione di sintesi pubblicata al termine della prima sessione della XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi elenca decine e decine di proposte e questioni da affrontare in vista della seconda sessione, che si terrà in Vaticano nell’ottobre 2024. Alcune di queste vanno a toccare specificatamente il Codice di Diritto Canonico e il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali per i quali si chiede esplicitamente una revisione (parte I capitolo 1 lettera q-r).
L’ultima edizione del Codice di Diritto Canonico è stata promulgata da Giovanni Paolo II nel 1983, al termine di un lavoro di revisione dell’edizione precedente pubblicata nel 1917 da Papa Benedetto XV. Il Codice dei Canoni delle Chiese Orientali risale invece al 1990 sempre per volontà di Giovanni Paolo II. Esso è sostanzialmente il codice comune a tutte le chiese orientali cattoliche sui iuris.
Oltre alla revisione dei Codici le proposte giunte dall’assemblea sinodale sono state quelle di istituire un Consiglio dei Patriarchi e Arcivescovi Maggiori delle Chiese orientali cattoliche presso il Santo Padre; l’eventuale convocazione di un Sinodo Speciale dedicato alle Chiese Orientali Cattoliche; un’adeguata rappresentanza di membri delle Chiese orientali cattoliche nei Dicasteri romani.
E qui entra in scena una delle parole-chiavi del Sinodo, ovvero la corresponsabilità. “E’ un termine – ha spiegato ad ACI Stampa il canonista Rosario Vitale, fondatore di Vox Canonica - forse troppo abusato nell’ambito ecclesiale ma che in realtà dice molto, laddove però venga inteso proprio come il Concilio Vaticano II lo intendeva. Nella Apostolicam Actuositatem questo viene spiegato in maniera peculiare. I laici sono i primi collaboratori dei sacri ministri, e ne condividono le responsabilità. I padri e le madri sinodali hanno ben espresso questo concetto a mio avviso, di fatti nella parte seconda del documento finale intitolata: “Tutti discepoli, tutti missionari” leggiamo: “Piuttosto che dire che la Chiesa ha una missione, affermiamo che la Chiesa è missione”. La riflessione di questi anni ci porta a riflettere sempre di più circa il nostro diritto/dovere di evangelizzare, siamo tutti chiamati ad essere missionari della Parola di Dio, ognuno con i suoi doni e carismi e con la medesima “responsabilità”: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20,21).