Città del Vaticano , mercoledì, 6. gennaio, 2016 10:40 (ACI Stampa).
La storia dei Re Magi ci invita ad andare “alla ricerca di Dio”, ad interpretare i suoi segni. Ma ci racconta anche che, seppur i Magi provenissero da tempi diversi “davanti a Gesù non esiste più divisione alcuna di razza, di lingua e di cultura: in quel bambino, utta la sua umanità trova l’umanità”. Perché “è Cristo la vera luce che rischiara”, ci si deve lasciare illuminare da lui, come la luna dal sole. In fondo, i padre della Chiesa non parlavano del myterium lunae?
Giorno di Epifania del Signore, giorno di annuncio del calendario liturgico, con la proclamazione del giorno di Pasqua (quest'anno cade il 27 marzo) che dà il ritmo alla liturgia dell'anno. Papa Francesco celebra la Messa nella Basilica Vaticana. Due giorni fa, a sorpresa, è stato a Greccio e ha chiesto ai giovani di seguire la stella, senza farsi abbagliare dalle lucentezze del Palazzo di Erode, proprio come fecero i Magi. E la figura dei Magi, partiti da lontano per rendere omaggio al Redentore, è centrale nella liturgia di oggi, che comincia con un brano del Profeta Isaia: “Alzati, rivestiti di luce, perché la tua luce, la Gloria del Signore, brilla sopra di te”.
Chiosa Papa Francesco: “La Chiesa non può illudersi di brillare di luce propra”. Anzi, come diceva Sant’Ambrogio, la Chiesa è come “la luna” che “rifulge non della propria luce ma di quella di Cristo”. “Cristo è la vera luce che rischiara – spiega Papa Francesco nell’omelia – e nella misura in cui si lascia illuminare da Lui, riesce ad illuminare la vita delle persone e dei popoli”.
È il mysterium lunae di cui parlavano i padre della Chiesa. Sottolinea Papa Francesco: “Abbiamo bisogno di questa luce che viene dall’alto, per corrispondere in maniera coerente alla vocazione che abbiamo ricevuto”, perché “annunciare il Vangelo di Cristo “non è una scelta tra le tante che possiamo fare, e non è neppure una professione”.
“Per la Chiesa essere missionaria non significa fare proselitismo”, ma significa piuttosto “esprimere la sua stessa natura: essere illuminata da Dio e riflettere la sua luce. Non c’è un’altra strada. La missione è la sua vocazione. Quante persone attendono da noi questo impegno missionario, perché hanno bisogno di Cristo, hanno bisogno di conoscere il volto del Padre”.