Città del Vaticano , venerdì, 27. ottobre, 2023 18:00 (ACI Stampa).
L’ultimo briefing di questa prima sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi è stata l’occasione per fare il punto in vista della pubblicazione della relazione di sintesi che sarà votata domani pomeriggio dall’assemblea sinodale.
“Domani pomeriggio – ha spiegato Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione - sarà letta l'intera relazione di sintesi e a seguire avrà luogo il voto elettronico che permetterà di esprimersi su ogni singolo paragrafo del testo. Il voto è segreto, non è consentita l'astensione: i singoli paragrafi si ritengono approvati con la maggioranza di 2/3 dei membri presenti”.
In Sala Stampa si sono presentati i due assistenti spirituali del Sinodo, Madre Maria Ignazia Angelini e Padre Timothy Radcliffe, che hanno raccontato la loro esperienza.
La mia presenza – ha osservato la religiosa – “mi si adattava profondamente nel senso che ho potuto partecipare in ascolto, in preghiera. Questo Sinodo mi è sembrato un evento molto significativo, quasi rivoluzionario di cambiamento di passo nella vita della Chiesa nel senso della inclusività, delle presenze ma anche del raggio di apertura degli ascolti e della capacità di ascolto nelle differenze, nella capacità di guardare alla realtà: siamo in un momento della storia di una complessità e indecifrabilità terribile che chiede alla fede una visione a partire dalla prospettiva più alta, quella della presenza di Dio che si fa carne. Ci siamo trovati qui per pregare insieme e per ascoltarci, per aprire visioni di futuro e per me è stato profondamente innovativo. L'importante è poi vedere come da questo si va avanti e che non sia semplicemente un'esperienza simpatica, bella, gradevole ma autoreferenziale”.
“La sinodalità – ha raccontato P. Radcliffe - fa parte del mio modo di essere, io sono dominicano e noi siamo stati fondati 800 anni fa quindi abbiamo avuto una forma di governo sinodale cioè prendiamo le decisioni insieme. Questo è il mio quarto sinodo ed è davvero diverso da tutti gli altri ai quali ho preso parte. Allora non c'era un vero e proprio dialogo, la maggior parte delle persone preparavano i discorsi anche prima di arrivare al sinodo. Questo è ancora veramente un sinodo dei vescovi perchè rivela molto più chiaramente cosa significa essere vescovo: mostra i vescovi non come individui solitari, ma come individui che sono immersi nella conversazione con il loro popolo. Ci saranno sicuramente degli ostacoli, ci saranno errori e questo va bene perché noi siamo in cammino e penso che questo processo di apprendimento, apprendere ad ascoltarci reciprocamente, ad essere insieme sia di straordinaria importanza oggi perchè viviamo in un mondo pieno di violenza. L’obiettivo del Sinodo non è creare divisioni o scismi, bisogna dire che è un evento di preghiera e di fede. Non credo ci sia stato conflitto ideologico, penso che le differenze culturali siano emerse più di frequente ed è parte della bellezza del cattolicesimo. Il Sinodo non è stato chiacchierare ma aprirsi alla vita e alle esperienze di persone che sono diverse, che appartengono a generazioni diverse, che vengono da luoghi diversi e questo è qualcosa di trasformativo”.