Tirana , martedì, 5. gennaio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Li chiamano già “i martiri di Kandhamal”, ma ora per i fedeli uccisi nel 2008 in Orissa potrebbe arrivare anche il riconoscimento ufficiale del martirio e la relativa beatificazione. Il Cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente della Conferenza Episcopale Indiana ha detto “sì” all’avviamento della causa di beatificazione. Ne dà notizia “Fides”, l’agenzia di stampa della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
Parlando con Fides, il cardinale ha detto di aver parlato “con il Prefetto della Pontificia Congregazione delle Cause dei martiri a Roma”, e di aver dato la sua disponibilità “a parlare personalmente della violenza compiuta a Kandhamal e dei suoi martiri a Papa Francesco”.
Il 25 agosto del 2008, nel distretto di Kandhamal, in Orissa, si scatenò una durissima violenza anti-cristiana, che portò alla morte di oltre 90 cristiani e alla distruzione di 350 tra chiese e luoghi di culto e di 6500 case. In più, 40 donne furono vittime di stupri e sevizie e oltre 56 mila cristiani furono cacciati dai loro villaggi.
Lo scorso settembre, i vescovi dello Stato indiano di Orissa hanno deciso all’unanimità di istituire una “Giornata dei martiri”, che si celebrerà nel mese di agosto di ogni anno. La “Giornata dei Martiri” verrà dedicate proprio alle vittime dei massacre anticristiani avvenuti nel distretto di Kandhamal nel 2008. Fino alla decisione dello scorso settembre, le vittime dei massacri erano state celebrate in una “Giornata della memoria”.
Ma le vittime di Orissa da sempre sono state considerate martiri dalla Chiesa in India. Tanto che il Cardinal Gracias, parlando a Radio Vaticana nel 2013 per commemorare i cinque anni dal massacre, ha raccontato di essere stato in visita nella zona. Le persone della zona – ha raccontato il Cardinal Gracias - “mi hanno spiegato quello che è successo cinque anni fa a quegli uomini, che sono davvero martiri della fede. Volevano, infatti, che rinnegassero Cristo, che dicessero di non credere in Cristo, ma loro hanno detto che questo non era possibile, perché per loro Cristo era tutto. Per questa ragione sono stati uccisi e hanno subito tanta violenza”.